Ferrara, truffatore arrestato con 20mila euro nello zaino prima della fuga in treno
Un 20enne della provincia di Caserta è stato fermato grazie alla chiamata al 113 di un altro anziano che non ha abboccato alla telefonata truffaldina. Il fiuto dei poliziotti ha fatto il resto
Ferrara Una chiamata al 113 provvidenziale. Poi molto ha fatto il fiuto investigativo degli uomini della Squadra mobile, che hanno deciso di seguire un ragazzo che sembrava sospetto e che stava prendendo un taxi in direzione stazione. Un’intuizione decisiva, perché quel giovane aveva con sé 2.500 euro in contanti, gioielli e oggetti preziosi per un valore di circa 17mila euro appena sottratti a un’anziana, truffata pochi minuti prima con la tecnica del finto carabiniere. Il ragazzo, un 20enne proveniente dalla provincia di Caserta, dove stava per fare ritorno in treno, è stato arrestato mercoledì dai poliziotti e sarà portato davanti al giudice per il giudizio per direttissima.
A dare il via a tutto è stato un anziano, che non ha abboccato alla chiamata truffaldina e, anziché infischiarsene dopo lo scampato pericoloso, ha chiamato il 113 segnalando quanto gli era appena accaduto. Subito gli investigatori della Squadra mobile, diretti in questa occasione dal commissario Luca Sita, sono andati nella zona – quella di via Comacchio – nella speranza che il truffatore fosse ancora nei paraggi. Così era, in effetti. Mentre perlustravano l’area in borghese, hanno notato un ragazzo con uno zaino che prendeva un taxi. Alcuni poliziotti gli sono andati dietro, mentre gli altri sono rimasti sul posto. Una volta giunto in stazione, il ragazzo è stato fermato e trovato in possesso dei soldi e dei gioielli. Soprattutto, però, aveva due telefonini. Uno era il suo personale, l’altro era quello consegnatogli dai suoi mandanti con le istruzioni su dove andare. Da quel cellulare gli uomini della Mobile hanno visto l’ultimo indirizzo visitato e sono andati a fare un controllo. Hanno trovato un’anziana signora, che ha detto loro che poco prima era passato un carabiniere a prendere i soldi che servivano per rilasciare il figlio, finito in una brutta situazione come le era stato prima spiegato per telefono. Quando sono arrivati i poliziotti, non aveva ancora realizzato di essere stata truffata, immersa com’era nella preoccupazione. Gli agenti l’hanno poi accompagnata a fare denuncia.