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«Manutentori, oggi mancano anche i “maghi” dei lavoretti»

«Manutentori, oggi mancano anche i “maghi” dei lavoretti»

L’amministratore condominiale: «Sono purtroppo mestieri ritenuti di serie B»

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Ferrara L’allarme manutentori continua a suonare, nelle case indipendenti come nei condomini. E non riguarda solo le aziende strutturate, le imprese artigiane in grado di prendere in carico anche appalti di un certo rilievo. A farne le spese sono anche gli utenti che cercano disperatamente gli esecutori dei piccoli lavoretti, i “ciappini”, le riparazioni spicciole che possono risolvere il problema di rientrare in casa dopo aver rotto la chiave nella toppa, ad esempio. «Sì – conferma l’amministratore immobiliare, Stefano Palara – oggi può essere complicato avere l’intervento in tempi brevi e l’alternativa – cioè il ricorso all’operatore che garantisce la riparazione in emergenza - può essere parecchio dispendiosa». Un’intera generazione che ha iniziato a lavorare negli anni ’80, che ha esperienza e offre qualità nelle prestazioni, ha lasciato o sta lasciando l’attività produttiva.

In passato i “maghi” dei lavoretti, artigiani liberi da impegni vincolanti, hanno rappresentato il serbatoio a cui attingeva l’utente imbeccato col passaparola: tempi ridotti per l’intervento, costi contenuti. «Oggi sono figure più difficili da reperire e se ce l’hai spesso devi metterti in coda – prosegue Palara – La tapparella che si blocca, la molla che non richiama più il portone, la serratura che fa le bizze, la finestra che fa entrare lo spiffero erano i lavoretti per i quali il manutentore uscito dall’azienda era ricercatissimo e anche reperibile. In sostanza è mancato il passaggio di consegne alle generazioni successive, che – anche sospinte dai genitori – hanno prolungato gli studi e relegato gli istituti tecnici a scuole di serie b. Trovare un fabbro o un falegname, mestieri un tempo molto diffusi, è diventata un’impresa. Così, per estrarre una chiave spezzata dalla serratura puoi arrivare a spendere anche 90 euro». Per sostituire la parte in vetro di un portone condominiale, ricorda Palara, tra la richiesta all’azienda, comunicata a luglio, e l’installazione sono passati due mesi. La chiamata all’artigiano “Sos”, nei casi in cui non è possibile prolungare l’attesa del manutentore, può assestare una mazzata al bilancio familiare: «Difficile cavarsela con meno di 2-300 euro, qualsiasi sia la riparazione commissionata». Palara opera all’interno di una rete che gestisce centinaia di condomini. «Gli artigiani – dice – sono una grande risorsa, noi nel tempo abbiamo individuato un gruppo di operatori di fiducia. In questo modo l’intervento dell’amministratore condominiale – che spesso viene ricordato solo perché redige il bilancio – può essere veramente risolutivo. Lo scenario però, anche in prospettiva, resta problematico. In qualche caso anche – e può essere talvolta l’altra faccia della medaglia – per il comportamento dell’utente che ha già intravisto due o tre giorni prima la possibilità del guasto e lo segnala dopo, magari di venerdì». La situazione, prosegue l’amministratore, è migliorata rispetto agli anni dei superbonus edilizi, «quando la carenza di elettricisti, idraulici, installatori impegnati nei cantieri costituiva una barriera insormontabile. La questione però resta e non sembra destinata a risolversi a breve».

Uno degli aspetti da valutare, conclude Palara, sarà la ricaduta su questo scenario dell’introduzione della “patente a punti” per la sicurezza nelle imprese: potrebbe bloccare la strada alle aziende che faticano a tenere il passo con la nuova normativa con inevitabili riflessi sul sistema. l

Gioele Caccia

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