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No al consumo di suolo, si costruisce verso l’alto: «Così però cambia lo skyline di Ferrara»

Silvia Giatti
No al consumo di suolo, si costruisce verso l’alto: «Così però cambia lo skyline di Ferrara»

Palazzi fino all’ottavo piano: in commissione consigliare emergono i dubbi. Il dirigente all’urbanistica: «Si poteva anche col vecchio Pug»

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Ferrara Il “rischio” che lo skyline della città possa subire delle modifiche non avvenute fino ad oggi – a parte le costruzioni della “nuova Darsena” –; capire se il nuovo Piano urbanistico programmato (Pug) preveda una mappatura dei siti da bonificare in caso di realizzazione di insediamenti residenziali o produttivi: sono alcuni dei chiarimenti portati in aula, soprattutto dai consiglieri di minoranza, nel giorno numero due di terza commissione. Atto secondo di discussione delle contro-deduzioni e delle risposte che l’amministrazione comunale ha realizzato rispondendo alle osservazioni (380) giunte dagli stakeolders (i portatori di interesse, come gli ordini professionali o semplici cittadini) all’impianto del Pug che, ha ribadito anche ieri l’assessore Nicola Lodi, «dovrà arrivare in Consiglio comunale per il voto entro i primi dieci giorni di dicembre». Così oggi è l’ultimo giorno per le osservazioni, affinché i “no” alle richieste di integrazioni al Piano si trasformino in “si”. «Ci incaricate di essere la voce di coloro che pur avendo ricevuto un parere negativo alle loro osservazioni, e non avendo avuto modo di avere un contraddittorio pubblico, provano a farsi comunque ascoltare» ribadisce, dopo averlo fatto anche nella seduta di martedì, il consigliere Massimo Buriani (Pd). Su questo tema, con intento molto chiaro di mediare alla richiesta della minoranza di avere più tempo per discutere sulle contro-deduzioni per «definire al meglio uno strumento urbanistico strategico per il futuro della città», interviene anche il capogruppo della Lista Alan Fabbri, Francesco Rendine. Si rivolge direttamente all’assessore all’Urbanistica Nicola Lodi per sottolineare che «sebbene siamo consapevoli di essere della maggioranza e dunque abbiamo il dovere di tutelare la delibera sul Pug presentata dalla giunta, non si può non riconoscere che una discussione più dettagliata in commissione agevolerà i lavori in Consiglio comunale». Poi parte il dibattito sulle contro-deduzioni.

Skyline e Italia Nostra Massimo Buriani (Pd) e Marzia Marchi (M5S) portano all’attenzione l’osservazione (non accolta) presentata da Italia Nostra, associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali: nel nuovo Pug le costruzioni, a causa dell’impossibilità di consumare nuovo suolo, possono arrivare fino a otto piani. Quello dell’altezza dei palazzi di Ferrara è sempre stato un tema urbanistico al centro dell’attenzione degli esperti in architettura della città, specie dopo gli anni Cinquanta, quando furono edificate le due torri del Grattacielo, e poi riemerso dopo la realizzazione della “nuova Darsena”. «Da quello che leggiamo nel Pug, e che osserva anche Italia Nostra, si dà la possibilità di costruire passando da un sesto a un ottavo piano, mentre ci sono oltre 700 immobili già esistenti che potrebbero essere recuperati», dichiara Buriani. Lo affianca Marzia Marchi che aggiunge: «C’è il rischio di cambiare lo skyline della città con questi permessi», aggiunge e osserva che i principi introdotti nel Pug di «flessibilità e “premialità” lasciano pensare che si dà mano libera ai privati». Pronta la replica del dirigente all’Urbanistica Fabrizio Magnani: «Anche con il precedente Piano era prevista la possibilità di costruire fino all’ottavo piano».

La mappa delle zone da bonificare La consigliera Anna Zonari (La Comune) solleva la questione di costruire anche là dove ci sono aree dismesse da bonificare e quindi chiede «se esista una mappatura che prevede le zone da bonificare o che sono in fase di bonifica». «La mappa esiste», le risponde ancora Magnani precisando che i controlli sono a carico di chi dovrà costruire nelle aree della città.

Vecchio mulino Val Pagliaro Il consigliere Davide Nanni (Pd), chiede di rivedere il parere negativo alla richiesta della Pro loco Alto Po Volano di intervenire sul vecchio mulino adiacente la chiusa Val Pagliaro. «Si tratta di un edificio storico che potrebbe essere un punto importante per il turismo locale e per questo va recuperato», afferma il consigliere