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Gli incarichi

Regione, Balboni verso la rinuncia al Consiglio. Calvano e Zappaterra in attesa per la Giunta

Fabio Terminali
Regione, Balboni verso la rinuncia al Consiglio. Calvano e Zappaterra in attesa per la Giunta

L’esponente di Fratelli d’Italia dovrebbe restare con ogni probabilità vicesindaco di Ferrara

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Ferrara Voci ovattate dalla periferia dell’Emilia Romagna, che poi periferia non si sente tanto e non vuole essere. Suoni muti a rischio di essere sovrastati da quelli di chi in queste ore sussurra a Michele de Pascale. L’ormai presidente è molto chêlom, lo dice in romagnolo; vuole lo siano anche i suoi interlocutori. Ostenta placidità e allontana il pressing: «Avrete la mia giunta entro Natale», ha detto pubblicamente nella prima conferenza stampa di martedì.

In attesa di capire chi farà parte dell’esecutivo, tra la sicura ressa dei pretendenti e la mancata resa di chi non ha possibilità concrete, si resta nel limbo. A Ferrara soprattutto. Il territorio avrà un suo assessore o c’è il pericolo di restare a bocca asciutta? «Auspicherei che le nostra provincia venisse tenuta in considerazione con un ruolo amministrativo nei prossimi cinque anni», recita il dispaccio lanciato dal segretario del Partito democratico Nicola Minarelli, tramite la Nuova Ferrara. In gioco ci sono incarichi e posti: nessuno scandalo, per carità, sono le collocazioni da cui realizzare e consolidare progetti, esercitare influenze. E allora. Tutti guardano lui/che guarda lei/che pensa a lui. Paolo Calvano e Marcella Zappaterra. Eletti in Consiglio, ma adesso? Tornano soldati semplici? Sarebbe masticare amaro, perché curriculum e competenze ci sono. E sono sul piatto. Calvano è reduce da una legislatura trascorsa da assessore. Delega più importante quella al Bilancio: le risorse e le politiche finanziarie per fare le cose di cui sopra (sanità, lavoro, infrastrutture, etc), mica poco. In tempi non certamente di vacche grasse, fatica doppia. Poi in passato è stato pure segretario regionale del Pd. Dal canto suo, Zappaterra negli ultimi cinque anni è stata capogruppo in Assemblea legislativa. Anche lei eletta in Consiglio per la prima volta nel 2014, dopo essere stata l’ultima presidente della Provincia eletta direttamente. Gran macinare sul territorio, energia senza risparmiarsi. E se non dovesse concretizzarsi l’ipotesi dell’assessorato per uno dei due? Mirare più in basso. La presidenza del Consiglio, va detto, non risulta approdo praticabile: Irene Priolo pare averci messo sopra una zeppa bella grossa, dicono i bene informati. Altri pretendenti possono contare su una messe di preferenze ben più consistente di quelle raccolte dai due ferraresi. E se arrivasse invece una vicepresidenza dell’Assemblea? Poi, vai a capire il puzzle in via di composizione, le variabili tra cui la componente di genere. Insomma: ci vuole chêlma.

Verrà risolto più velocemente il nodo che riguarda il versante opposto della politica locale. In Fratelli d’Italia c’è chi ha iniziato a scommettere: Alessandro Balboni andrà in Consiglio regionale oppure resta a Ferrara per continuare a fare il vicesindaco? L’ultimo fixing parla piuttosto chiaro: rimane, rimane. La direzione provinciale del partito dovrebbe tenersi entro sabato, mentre all’inizio della prossima avverrà il faccia a faccia con il sindaco Alan Fabbri. Accarezzandosi la barba, Balboni dovrebbe, al netto di ripensamenti, dargli l’annuncio: «Resto, resto». In fondo lui è giovane (32 anni), altre occasioni arriveranno. La sua rinuncia al Consiglio regionale aprirebbe di conseguenza le porte a Fausto Gianella, per la soddisfazione di Goro e del mondo della pesca e della molluschicoltura. La gran rinuncia di Balboni junior, in aggiunta, eviterebbe a Fabbri la necessità di metter mano alla giunta: un rimpasto per nulla gradito. Con l’idea che magari è meglio mantenere l’alleato dentro (assieme all’ombra di Balboni senior) piuttosto che fuori. Non si sa mai.