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Sicurezza stradale

Ferrara, la protesta: «Via Pomposa senza ciclabile, si rischia ogni giorno»

Ferrara, la protesta: «Via Pomposa senza ciclabile, si rischia ogni giorno»

Pedoni e ciclisti sul ciglio della strada per raggiungere casa, i residenti: «Devono essere messi al sicuro»

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Ferrara «Sono trascorsi otto anni dalla petizione ma ancora la pista ciclabile non c’è. In via Pomposa ogni giorno qualcuno – pedoni, ciclisti – rischia di essere investito proprio perché manca quello spazio protetto. Cosa si aspetta?». A parlare è una residente di via Pomposa: il tratto indicato è quello che si allunga fra l’incrocio con via Pioppa e il crocevia con via Caretti e via Nazioni.

Quell’asta stradale è stata teatro, poco più di un mese fa, di un incidente mortale: vittima un ciclista di 62 anni travolto nei pressi della sede della Litografia Tosi. La residente ricorda che nel 2016 fu presentata una petizione in Comune che chiedeva «la realizzazione di una pista ciclabile in via Pomposa, indispensabile per diversi motivi: renderebbe più sicura la circolazione dei ciclisti e dei pedoni in un contesto molto trafficato di mezzi pesanti e tutte le ore del giorno; verrebbe incontro alle esigenze dei cittadini negli spostamenti per il centro storico in un’area di forte espansione urbanistica; darebbe un ulteriore significato a Ferrara in quanto “Città delle biciclette”; contribuirebbe al calo della circolazione di mezzi di trasporto a motore, con una riduzione dell’inquinamento atmosferico, tema discusso a livello mondiale; promuoverebbe sani e migliori stili di vita in tema di mobilità sostenibile». Tutti motivi che allora furono portati all’attenzione dell’amministrazione ma che «sono validi tuttora». La residente, portavoce delle istanze di altri abitanti della zona, raccolte recentemente anche dalla “Nuova”, ricorda che otto anni fa furono 700 le firme che sottoscrissero il documento. «È passato quasi un decennio con il mandato concluso di 2 giunte amministrative locali senza nessun tipo di intervento – ricorda la residente – Riteniamo importante e urgente che venga affrontato un tema che riguarda soprattutto la sicurezza e la sostenibilità e nessuno, crediamo, può far finta di nulla: né le istituzioni, né i cittadini». Gli anni, intanto, sono trascorsi, conclude la residente, e nel frattempo c’è stato anche il morto che aggrava la triste tradizione di un Paese che si muove solo in seguito all’emergenza o alla tragedia.