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Ferrara, essere macchiniste si può. Ma poche donne guidano i treni

Alessandra Mura
Ferrara, essere macchiniste si può. Ma poche donne guidano i treni

Il piano di Trenitalia Tper per aumentare la presenza femminile in cabina: «Nessun limite fisico per fare questo lavoro»

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Ferrara «Da grande voglio fare... la macchinista». Chi l’ha detto che guidare i treni è un lavoro da uomini? Non è così, ma è una convinzione che sembra essere ancora molto radicata nel pensiero comune, considerato che su 460 macchinisti in servizio a Tper-Trenitalia, solo 9 sono donne. Ed è da questo dato che l’azienda intende partire con il progetto “Macchinista In Evoluzione” «per abbattere gli stereotipi di genere e far sì che nessuno si stupisca più se nella cabina di guida del treno vede una ragazza», spiega la responsabile del progetto Loretta Viani. È uno degli aspetti emersi all’incontro dedicato alle opportunità di lavoro in Trenitalia Tper e alle competenze richieste per le diverse figure che si è tenuto ieri pomeriggio al Laboratorio Aperto di via Castelnuovo nell’ambito di Work on Work, la prima fiera nazionale dedicata al mondo del lavoro che apre oggi (27 novembre) alla Fiera.

Testimonial delle possibilità di impiego e crescita all’interno dell’azienda di trasporto pubblico dell’Emilia Romagna, gli stessi dipendenti: oltre a Loretta Viani, Filippo Castagnetti (responsabile personale e organizzazione), Alex Genesini (responsabile produzione), Rita Guerzoni (assistenza tecnico commerciale) e, appunto, la macchinista Floriana Izzo, “Maestra” per i colleghi ferrovieri che chiamano così tutti i macchinisti; «i nostri top gun» ha scherzato ma non troppo il moderatore Mattia Santolini, per il grande bagaglio di conoscenze tecniche che viene acquisito in un lungo anno di formazione. Un ruolo, ha proseguito Castagnetti, che «va oltre quello di “semplice” autista, perché tiene tra le sue mani il viaggio del passeggero e deve essere pronto a intervenire di fronte a ogni inconveniente». Al momento solo il 10% delle domande per diventare macchinista è di una donna, l’obiettivo è di portarlo in linea con le altre mansioni (capotreno a assistenza tecnico commerciale). Perché «non ci sono limiti fisici né di approccio culturale che possano impedire a una donna di fare la macchinista».

L’azienda, che conta 1.450 dipendenti con un’età media di 47 anni, quest’anno ha fatto 146 assunzioni e prevede di farne altre 60 il prossimo anno. Gli altri profili professionali sono quelli del capotreno e dello specialista tecnico commerciale, senza dimenticare i tecnici manutentori. Se il macchinista non è solo un autista, il capotreno «non è solo chi controlla i biglietti – ha sottolineato Alex Genesini – ma è un punto di riferimento per il viaggiatore e la sua sicurezza». Il reparto manutenzione invece è quello più giovane «una flotta di 120 lavoratori specializzati, con diploma tecnico – ha detto Castagnetti – in servizio nel nuovo capannone a Lazzaretto».

Infine, colui o colei che, per fare il suo lavoro, deve prima di tutto «voler bene alla gente». Sono gli specialisti tecnico commerciali, coloro che dietro il vetro della biglietteria per primi, in stazione, vengono in contatto con il pubblico per vendere biglietti e fornire informazioni, ma anche assistenza ai viaggiatori in caso di ritardi. Oltre al diploma, serve dunque anche una buona dose di empatia.

Tutte le figure professionali sono state presentate attraverso brevi video, accomunati dal messaggio che avere un lavoro in Trenitalia Tper significa «garanzie e soddisfazioni «soprattutto se si ha la capacità di gestire al meglio la vita privata con quella professionale», ha concluso Castagnetti rimandando alla sezione “Lavorare con noi” del sito aziendale.

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