Ferrara, ex compagno ossessivo nasconde il Gps sotto l’auto e minaccia le amiche
La vittima scopre di essere controllata e lui le chiede di restituirle il geolocalizzatore. L’uomo insinua anche l’idea di essere pronto a tutto: «Non sai ancora cosa sia la paura»
Ferrara Aveva scoperto quel Gps installato sulla sua vettura, piazzato da un presunto investigatore privato per monitorarla in ogni suo spostamento. E l’ex compagno ormai esasperato e violento, per tutta risposta, non si era scusato con la donna, non aveva cercato di porre un argine. No, le aveva imposto di riconsegnargli il Gps «perché l’ho comprato io». Spaccati angoscianti di una vita ormai condizionata dalle insistenze dell’uomo all’interno di una storia di amore criminale raccontata nei giorni scorsi, ma i cui dettagli aiutano a comprendere la violenza fisica e morale che aveva raggiunto.
Lei stava cercando di rifarsi una vita dopo che la loro storia era terminata, ma lo stalker non aveva alcuna intenzione di abbandonare i propri propositi di vita. E così i social network erano diventati un incubo per la ragazza. Provate ad immaginare cosa significa tremare a ogni suono di una notifica su Whatsapp o Instagram. Perché è lì che si concentravano le ossessioni quotidiane fatte di centinaia di messaggi intimidatori. Ma non mancavano le telefonate e non venivano meno neppure le ritorsioni verso tutti coloro che ruotavano intorno alla vittima: amici, parenti, presunti flirt. Nessuno era escluso nel tentativo di farle terra bruciata. Lui controllava la vettura della giovane, ma teneva sott’occhio anche quelle delle amiche. Monitorava i parcheggi e poi ecco l’affondo: «è l’ultima volta con lei», insinuando l’intenzione di fare pagare anche a terze persone il solo fatto di esserle vicine. Come del resto non venivano meno le minacce («Vi butto giù la casa»), che arrivavano nei momenti di maggior esasperazione.
La gelosia era portata all’estremo, non aveva più limiti, anzi degenerava in intenti estremi di violenza inaudita. «Lo ammazzo di botte», diceva l’ex nel parlarle di un uomo con cui sosteneva vi fosse una relazione. E per completare il suo piano criminale, c’era l’annientamento mentale della ragazza. Le offese erano continue attraverso parolacce e imprecazioni fino a quell’ultima frase, forse la più dura, che lascia aperti scenari inquietanti: «Tu la paura non sai ancora cosa sia». Ad interrompere la spirale sono intervenuti i carabinieri che hanno arrestato il violento, ora accusato anche di estorsione per essersi fatto consegnare 20mila euro a fronte dell’impegno (non rispettato) di cessare ogni atto persecutorio.