Lido Estensi, truffa da 100mila euro per il porto turistico. La procura: «Condannateli»
Le richieste dell’accusa per il raggiro. In tre avevano millantato inesistenti agganci con il Vaticano per finanziare l’iniziativa
Lido Estensi Nella valigetta che il dottor Molinari aveva aperto e chiuso alla velocità del fulmine in un incontro a Roma, c’erano 2.478 banconote da 500 euro. Dovevano essere un acconto sui 200 milioni di euro di investimento per realizzare il sogno del porto turistico di Lido Estensi. Ma erano solo fotocopie a colori. I soldi dentro la busta consegnata negli dell’imprenditore Vittorio Tomasi al geometra Luciano Celsi erano invece veri: 100mila euro, il pattuito per l’intermediazione con un alto prelato Vaticano, interessato all’investimento.
Una truffa chiaramente, per la quale ieri mattina (26 novembre) il pubblico ministero Ciro Alberto Savino ha chiesto tre condanne: tre anni e mezzo di reclusione e 1.200 euro di multa per Lucio Cesaroni, 71enne romano e Marco Stracuzzi, 50enne di Voghiera; due anni e dieci mesi e mille euro per Domenico Bufacchi, 78enne di Roma. La sentenza della giudice Sandra Lepore dovrebbe arrivare il prossimo 19 dicembre, data fissata per l’ultima arringa difensiva (la difesa di due imputati ha chiesto di riconoscere l’incompetenza territoriale di Ferrara e mandare le carte a Roma, o dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione – in effetti molto vicina–, o assolvere o riqualificare il reato in truffa tentata, con il minimo della pena).
I fatti risalgono al 2016. Secondo l’accusa Stracuzzi agganciò Tomasi, Franco Pantalone, Dino Zuffoli e Filippo Ider Cavalier, millantando contatti con il Vaticano interessati al progetto per realizzare il porto turistico. Così organizzò i contatti con tale geometra Celsi e con il dottor Molinari, funzionari vaticani che in realtà altri non erano che gli imputati Cesaroni e Bufacchi. Millantando la conoscenza con il cardinale Silvestrini ( del tutto estraneo alla vicenda), avevano proposto una mediazione per ottenere i 200 milioni per realizzare il porto turistico a Estensi. Avevano chiesto un milione di euro per tale servizio, proposta respinta e rimodulata in una più agile busta da 100mila euro, con un unica garanzia: l’inganno portato dagli stemmi vaticani e i biglietti da visita dei romani.
Un paio di incontri preliminari e il 20 settembre 2016 l’ “affare”: a Roma c’erano Tomasi e Pantalone che aspettavano l’alto prelato e il dottor Molinari, unico a presentarsi con la valigetta di soldi, mostrati in fretta e furia, ma solo perché in strada non è bene far vedere tutto quel denaro. Il resto li avrebbero versati il cardinale con un bonifico. Tanto è bastato per dare l’ok a San Giuseppe di Comacchio, dove negli uffici di Tomasi, Cavalieri ha consegnato al geometra Celsi i 100mila euro pattuiti. La truffa si era appena compiuta.
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