Argenta, Finetti racconta il “suo” Rossetti: «Continuo la sua filosofia di cucina»
Addio al fondatore del Trigabolo, poi le ceneri in valle
Argenta «Non è facile parlare di lui, Giacinto era ormai uno di famiglia per me, per la mia famiglia. E sto leggendo in queste ore tante dichiarazioni di chi l’ha conosciuto, le persone si sentono in dovere di dire che era solo, ma non è vero. Magari lui si poteva sentire così, d’altronde il suo carattere era così, ma era parte integrante della mia famiglia e del mio lavoro. È venuto al battesimo dei miei gemellini, ai nostri compleanni e a tutte le ricorrenze della famiglia, i miei gemelli lo chiamavano “Nonno Giac”...». A parlare è Simone Finetti, cuoco di Consandolo concorrente alla 4ª edizione di Masterchef. Nonostante la differenza di età il suo rapporto con Giacinto Rossetti (storico patron del ristorante argentano Trigabolo, morto mercoledì all’età di 76 anni) è stato duraturo e continuato fino a poche ore prima della morte di Rossetti. «L’ho conosciuto bene appena uscito da Masterchef, prima lo avevo visto ogni tanto per la passione comune per la cucina. Abbiamo iniziato a collaborare subito, ormai 14 anni fa e non ci siamo più lasciati. Per diversi periodi siamo stati insieme tutto il giorno e andavo con lui per lavoro. Come ho detto il suo carattere non è cambiato negli anni, era sempre pronto a combattere contro la vita, contro il sistema moderno di fare cucina. Abbiamo passato insieme fianco a fianco giorni e notti a parlare e a lavorare, ero al suo fianco in banchetti e cene, ho seguito stage e dopo il perfezionamento ad Alma ho ulteriormente investito sulla mia formazione e con Giacinto ho girato tutta l’Italia e alcuni luoghi in Francia, perché come lui credo nell’importanza delle materie prime».
Il rapporto professionale è proseguito fino all’attuale ultima esperienza di Finetti, che ha aperto con Rossetti “Villa Albertina”, in via Pozza Androna ad Argenta. «E dove a breve ci sarò una targa d’argento che stiamo per attaccare in suo ricordo. Qui si onorano la sua cucina e il suo attaccamento alla terra. Nella ristorazione e nella ricerca della materia prima diceva sempre che non si deve scendere a compromessi e nella mediocrità. Era la sua filosofia ed è anche la mia».
Cordoglio
In queste ore in tutta Italia è stato celebrato il mito del Trigabolo, il ristorante diventato mitico, aperto da Rossetti nel 1979 al posto di una pizzeria in piazza Garibaldi. Imprenditore appassionato di cucina, Rossetti si trovò subito di fronte a scelte difficili legate alle materie prime, così iniziò a visitare cantine e incontrare artigiani, contadini, allevatori e produttori di formaggio, facendosi spiegare come funzionava. Poi, in cucina quella che si definisce “brigata” davvero incredibile e irripetibile: Igles Corelli, Bruno Barbieri, Pierluigi Di Diego, Mauro Gualandi, Italo Bassi e i fratelli Marcello e Gianluca Leoni.
*foto Kumami