Ferrara, spaccio e violenza sugli autobus: «Se mi beccano sono rovinato»
Carabinieri sulla linea 7 verso Malborghetto. Intanto sulla corriera per Portomaggiore gli studenti hanno fatto scoppiare un petardo
Ferrara Un leggero strato di nebbia avvolge la mattina ferrarese e i primi volti assonnati si aggirano in piazzale Medaglie d’oro. Ore 7.20: corriere di pendolari arrivano da ogni angolo della provincia e scaricano alla fermata folle di ragazzi e ragazze che sciamano verso le scuole. Chi raggiunge l’istituto a piedi e chi deve prendere un altro bus per essere in aula al suono della prima campanella. Sbadigli, palpebre pesanti e alcuni studenti si stropicciano ancora gli occhi: la settimana scolastica sta per concludersi e finalmente ci si potrà godere un po’ di riposo. Un gruppetto di ragazzi si avvicina alla fermata San Rocco, proprio di fronte al “bar delle arance”, aspettando il “7” che li porterà all’istituto Navarra di Malborghetto. Una luce blu si irradia nella foschia in piazzale Medaglie d’oro: è quella della macchina dei carabinieri. Non un controllo di routine, non un sopralluogo preventivo.
I fatti A Ferrara sono sempre più frequenti gli episodi di violenza e microcriminalità a bordo degli autobus di linea e si verificano addirittura con cadenza quotidiana: autisti insultati e minacciati, passeggeri presi a spintoni, viaggiatori incuranti delle regole che fumano o spacciano e portano con sé coltelli. Ogni giorno emerge una nuova vicenda che sale alla ribalta delle cronache locali e fa luce su una nuova faccia del mondo del trasporto locale. Nei giorni scorsi molti fatti sono stati riportati dalla Nuova Ferrara, per ultima la segnalazione di un padre che rivelava lo stato d’animo turbato del figlio, «arrivato al punto di avere paura a salire sull’autobus e sta perfino pensando di abbandonare la scuola da quanto è stressato ed esasperato dalla situazione». Inoltre, a inizio settimana un autobus della linea 7 è rimasto fermo 15-20 minuti perché alcuni ragazzi avevano bloccato le porte: infatti, se il loro funzionamento viene intralciato al momento dell’apertura o della chiusura, il pullman va in stop. I protagonisti di questi gesti sono giovanissimi che sembrano non avere interesse rispetto alle conseguenze dei propri gesti e agiscono con la naturalezza più totale, come se fosse normale far scoppiare un petardo su una corriera, tra gli altri. Evergreen assoluto è lo spaccio di stupefacenti: spesso le dosi sono esigue, detenute per uso personale, mentre altre volte sono gli stessi studenti a diventare corrieri della droga, portando il prodotto avanti e indietro tra Ferrara e comuni della provincia, tra città e periferia. Le segnalazioni per spaccio e aggressioni sono in aumento: si è così sollevato il velo su un problema che da tempo investe il trasporto pubblico e a cui gli autisti non sono per nulla nuovi. Dopo i recenti fatti ecco che i carabinieri hanno deciso di intervenire direttamente sul posto.
A bordo Il “7” arriva alla fermata San Rocco-Medaglie d’oro. Gli studenti diretti a Malborghetto salgono sul bus e con loro ci sono i carabinieri della caserma di Porotto, in divisa. Un segnale di presenza sul territorio: questo il messaggio che i militari volevano lanciare a studenti e famiglie dopo gli episodi – anche spintoni – dei giorni scorsi sui mezzi. Alla vista dei carabinieri un brusio di fondo, a metà tra curiosità e preoccupazione, attraversa il pullman. «Non c’ho un’anima» dice con tono scherzoso a bassa voce un ragazzo rivolto agli amici; «se fossero venuti l’altra volta in borghese, ora saremmo tutti dentro» afferma un altro. Un rapido controllo documenti durante il viaggio e il nervosismo svanisce chilometro dopo chilometro. C’è sciopero (ieri) e qualche studente temeva di rimanere a piedi per la mancata circolazione delle corriere. È per questo che il bus non è stipato di persone come invece accade normalmente, così come segnalato anche dai ragazzi: «Durante il Covid giravano due autobus – spiega uno di loro – mentre ora è stato ristabilito un solo mezzo, dunque spesso siamo tutti accalcati». “Malborghetto”: ecco il capolinea. Controllo filato liscio come l’olio, passeggeri puliti e, forse, il tragitto più tranquillo della storia. L’effetto dei carabinieri in divisa ha suscitato il risultato sperato: i problemi hanno preso un’altra linea e qualcuno ha cercato di tutelarsi sin dall’inizio. «Quelli che avevano la roba sono rimasti giù» fa sapere l’autista, che al momento di caricare alla fermata San Rocco-Medaglie d’oro ha intercettato lo scambio di sguardi e parole tra due ragazzi. «Se mi beccano mi rovinano» avrebbe detto uno all’altro… e sono rimasti a piedi.
Un vecchio problema Spaccio e violenza: piaghe che si possono reprimere nell’angolo più buio della società, ma che sgorgheranno sempre con prepotenza senza la capacità di prendere realmente in mano la questione. Perché, come spesso accade, i problemi cambiano zona di influenza e si presentano un po’ più in là da dove sono stati scacciati: non svaniscono, si spostano soltanto. Se l’anno scorso abbiamo assistito a diversi episodi di violenza nei luoghi adiacenti alle scuole, ora i fatti “hanno preso il bus” e lì si verificano con più frequenza. In molti ricorderanno la rissa al parco Pareschi tra ragazze minorenni: tirate di capelli, calci e pugni in un cerchio formato da molti coetanei intenti ad incitare le giovani e a riprenderle con il cellulare. Questo caso, come altri simili di percosse tra studenti, era finito in Prefettura, dove era stato convocato un tavolo di sicurezza a cui hanno partecipato i vai dirigenti scolastici degli istituti superiori della provincia. Il problema non si è estinto e adesso occorre rispolverare il fascicolo di riferimento.
Boom Le criticità non si riscontrano soltanto sulle linee urbane dell’autobus. Nei giorni scorsi la tratta Ferrara-Portomaggiore si è rivelata particolarmente calda e problematica. Infatti, durante il viaggio di ritorno da scuola, è stato fatto scoppiare un petardo sulla corriera. Da poco terminate le lezioni della giornata, ragazzi e ragazze erano saliti sul pullman per tornare a casa. Qualche schiamazzo in fondo alla corriera, “tutto nella norma” avrà pensato il conducente, che però poi sente parlare di “miccia” e ad un tratto… boom. I ragazzi avevano appena fatto scoppiare un petardo sulla corriera, lanciandolo con tutta tranquillità lungo il corridoio centrale. E, forse, questo più di tutto sorprende: l’estrema spensieratezza con cui i giovanissimi compiono determinate azioni pericolose e violente, come se mancasse la percezione delle cose. A chi il compito di costruirla, o ri-costruirla?
*IL VIDEO di Filippo Rubin