Ferrara, volantini infamanti contro la ex, stalker dovrà rieducarsi
Un uomo ha patteggiato la pena per le persecuzioni alla ex compagna, ma dovrà seguire dei corsi recupero per uomini maltrattanti
Ferrara Aveva tappezzato il suo paese di residenza, e quelli vicini, con volantini molto offensivi e denigratori dal contenuto sessuale esplicito. Davanti a casa, vicino al posto di lavoro, sui pali della luce, sui muri, ovunque, il viso di lei accompagnato da frasi volgari su profferte a pagamento era esposto agli sguardi di tutti. Centinaia di volantini affissi di notte, con lo scotch, protetti da cartelline di nylon in caso di pioggia. E quanti venivano disperatamente strappati, tanti ricomparivano la mattina dopo, un circolo infernale che sembrava destinato a non finire mai. E invece ha avuto termine, grazie alla forza della vittima e alla tenacia della sua avvocata, Beatrice Capri.
Un calvario già raccontato dalla Nuova Ferrara e che nei giorni scorsi è arrivato alla sua conclusione giudiziaria: l’imputato ha patteggiato un anno di pena, con la sospensione condizionale subordinata all’obbligo - come prevede la legge - di seguire corsi di recupero e riabilitazione per uomini maltrattanti.
Ma al di là della quantificazione della condanna, tiene a precisare la donna perseguitata attraverso la sua legale, è importante prima di tutto che sia stata riconosciuta, in tempi piuttosto rapidi, la piena responsabilità del colpevole. Un passaggio fondamentale per vedere restituita la propria dignità. Oltre che un messaggio per tutte le donne che subiscono abusi e violenze, fisiche e psicologiche: denunciare, non rassegnarsi e avere fiducia nella giustizia.
L’incubo, per la giovane donna, era cominciato nel 2022 quando aveva deciso di porre fine a una relazione sentimentale. C’era stato qualche segnale preoccupante: danni alla macchina e altri dispetti che la ragazza aveva denunciato con l’apertura di un fascicolo contro ignoti. Ma la ferocia vendicativa del suo ex si era manifestata poco dopo in tutta la sua perfidia, quando in paese erano comparsi i volantini umilianti, una marea che la ragazza non poteva in alcun modo arginare e di fronte alla quale in un primo momento si era sentita sopraffatta.
«Come spesso accade in questi casi, era la vittima a vergognarsi, non avendo quasi la forza di uscire di casa». Intanto, il comportamento dell’ex si faceva sempre più invasivo e aggressivo, e la vittima affidandosi alla sua avvocata decide di reagire e a chiedere giustizia. Si rivolge ai carabinieri, sporge denuncia e il cerchio attorno allo stalker comincia a stringersi. Di fronte agli elementi forniti dall’avvocata, la procura dispone una perquisizione domiciliare con accertamenti informatici che inchiodano il sospettato. In casa gli inquirenti trovano tutto il materiale per confezionare i volantini, e molti altri già pronti per essere affissi. È un primo importante risultato, perché segna la fine dell’imbarazzante azione denigratoria. L’ultimo atto arriva in tribunale, dopo il rifiuto da parte della vittima di un’offerta risarcitoria considerata offensiva come prezzo della sua dignità.
«L’importante - rimarca ancora l’avvocata – non è il peso della pena, ma il pieno riconoscimento della colpevolezza dell’imputato, a fronte di margini difensivi pressoché inesistenti e di dichiarazioni spontanee che costituivano di fatto una confessione». E se il patteggiamento chiude le porte a un risarcimento in sede penale, la parte offesa sta ora valutando se intraprendere una causa civile e chiedere conto dei pesantissimi danni subiti.
«Soprattutto in questo momento storico – conclude l’avvocata Capri –, la mia cliente ha voluto dare testimonianza della sua vicenda, per dire a tutte le donne di non arrendersi e non perdere mai fiducia nella giustizia».