Rifugi dei cani a Bondeno, la proprietaria non potrà prenderne altri
Nuova ordinanza nei confronti delle strutture situate a Santa Bianca. Rilevati problemi di socialità negli animali, anche verso la gestrice
Santa Bianca Valeria Marchesi, la donna che gestisce due rifugi di cani tra Santa Bianca e Casumaro non potrà prendere ulteriori animali, oltre a quelli già in carico. È quanto dice l’ordinanza n.76 del sindaco di Bondeno, Simone Saletti, pubblicata venerdì. Come preannunciato alla pubblicazione della precedenze ordinanza, erano attesi nuovi provvedimenti nei confronti della donna, da un paio di mesi al centro delle polemiche dopo le segnalazioni di associazioni animaliste di cani mal tenuti, chiusi negli stessi recinti, fino al caso di Lea, la cucciola arrivata dal Sud e morta a sette mesi perché scappata da un box in quello vicino, dove è stata morsa da altri cani. La signora Valeria si è sempre difesa, dicendo che quello è stato un incidente, non potendo fisicamente controllare gli animali h24. Resta il fatto che un controllo congiunto a sorpresa effettuato dalle forze dell’ordine e da personale di Ausl e Oipa, sono state rilevate delle condizioni non ideali per poter tenere dei cani, infatti ne sono stati portati via 19 (sette cuccioli).
Come si legge dall’ordinanza, “detto sopralluogo è stato eseguito all’interno del capannone dove sono presenti i box con gli animali e nell’abitazione adiacente a essa e che, dallo stesso, è emerso quanto segue. Nell’abitazione sono stati rinvenuti: 7 cuccioli non in buone condizioni sanitarie, già oggetto di apposito provvedimento per il trasferimento presso il canile di competenza territoriale (Lega del cane). Poi un cane femmina detenuto all’interno di una stanza al piano terra e, come da dichiarazione della proprietaria, fatta uscire quando non ci sono estranei in quanto aggressiva; un cane femmina, madre dei cuccioli, come dichiarato dalla proprietaria, ma di cui non è stato possibile valutare le condizioni sanitarie ed effettuare la lettura del microchip in quanto trattasi di animale fobico custodito in stanza al piano terra di cui non è stato possibile accedere. Nel capannone, privo di corrente elettrica e pertanto di idoneo sistema di illuminazione oltre che di riscaldamento, sono presenti dieci box, cinque per ogni lato lungo del capannone. Ogni box presenta un’apertura simil “gattaiola” per consentire l’accesso all’esterno, dove sono presenti dei recinti. Al momento del sopralluogo erano presenti 21 cani di diverse taglie. Da un calcolo preliminare, la struttura ispezionata potrebbe ospitare al massimo 20 cani. Contestualmente alla lettura del microchip del singolo cane è stato possibile valutare il grado di socializzazione intra e interspecifica dei cani presenti e la loro confidenza nei confronti della proprietaria e degli estranei; è emerso uno scarso livello di socializzazione che comporta in numerosi cani un livello di diffidenza nei confronti dell’uomo tale da non permettere neanche la lettura del microchip o rendere questa manualità fattibile solo dalla proprietaria/custode”. Da qui l’ordinanza “che non vengano più acquisiti o detenuti altri animali oltre quelli attualmente posseduti”.