Accoltellamento a Ferrara, l’aggressore resta in carcere
Oltre un’ora di interrogatorio al 42enne accusato di tentato omicidio
Ferrara Si sa che ha parlato per circa un’ora, ma non si sa cosa ha detto davanti al giudice delle indagini preliminari Silvia Marini, che ieri mattina ha interrogato l’uomo accusato del tentato omicidio dell’amico avvenuto sabato pomeriggio in via Cavedone. Parole che, in ogni caso, non sono bastate per cambiare la sua posizione attuale: la giudice ha infatti convalidato l’arresto e confermato la misura cautelare della custodia in carcere. Troppo grave il gesto e persiste il pericolo di reiterazione del reato. L’uomo, 42enne di nazionalità marocchina, regolare sul territorio, incensurato, dove lavora e dove ha una famiglia, nel pomeriggio di sabato 30 novembre ha cercato di tagliare la gola di un suo amico, un 46enne residente in via Cavedone, dove era stato invitato per pranzo dopo un incontro al bar.
Secondo quanto emerso finora, il 42enne avrebbe aggredito con un cutter l’altro uomo mentre quest’ultimo era di spalle, intento a cucinare. Le ferite provocate sono state superficiali, anche se hanno provocato un sanguinamento copioso e molto evidente anche per i primi testimoni, richiamati dalle urla e dalle richieste d’aiuto del 46enne, anche lui marocchino, anche lui regolare.
Dietro al gesto, che sembra essere stato improvviso, sembra vi sia una questione sentimentale e un legame con una donna, ma su questo saranno le indagini dei carabinieri, coordinati dalla sostituta procuratrice Barbara Cavallo, a dover fare piena luce. «Leggeremo l’ordinanza del giudice e valuteremo se impugnarla davanti al tribunale della libertà», l’unico commento rilasciato dall’avvocato Federico Orlandini, difensore dell’indagato.
A sfavore del 42enne ha sicuramente giocato anche un’analisi medico legale fatta eseguire dalla procura, che ha rimarcato come le lesioni, seppure rimaste a livello superficiale, fossero in astratto idonee a provocare la morte del 46enne, soprattutto per la loro localizzazione, nel collo, punto delicato e vitale. Anche sulla base di essa la stessa sostituta procuratrice Cavallo ha chiesto al giudice delle indagini preliminari la custodia cautelare in carcere per l’aggressore. L’episodio aveva creato non poco sconcerto tra i vicini di casa della vittima, alcuni dei quali sono accorsi a prestargli aiuto, avvisando al contempo il 118 e le forze dell’ordine, intervenute nel giro di pochi minuti. L’uomo aveva inizialmente tentato di chiudere in casa il suo aggressore, per poi allontanarsi alla ricerca di aiuto, incrociando tre passanti nella vicina via Carmelino, e poi tornando indietro, verso casa sua, dove ha trovato l’aiuto dei vicini che lo hanno assistito fino all’arrivo dell’ambulanza, dove ha ricevuto le prime cure prima del trasferimento all’ospedale.