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Spari nel buio: il giallo è aperto. Dal Podcast all’aula magna

Spari nel buio: il giallo è aperto. Dal Podcast all’aula magna<br type="_moz" />

Faccia a faccia con gli autori sul caso Bonetti insieme agli studenti dell'Einaudi

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Ferrara Sono passati oltre 40 anni e ancora non si sa chi è il colpevole della morte del giovane Nicola Bonetti, vittima di un omicidio a soli 22 anni. Grazie ad un incontro organizzato dalla scuola, all’interno del ciclo di conferenze ApertaMente, che ci permettono di partecipare a incontri sui temi più svariati che riguardano il mondo dei giovani e della società, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci proprio sul caso Bonetti con i giornalisti Samuele Govoni e Francesco Patroncini. Con il loro aiuto, siamo riuscite a trovare le risposte alle domande che ci siamo poste ascoltando il loro podcast “Spari nel buio”, che è stato fondamentale per conoscere questa storia.

Il 28 giugno 1980 un ragazzo viene ucciso mentre si trova nella pineta di Lido di Spina, a pochi passi dal mare. La vittima è il 22enne ferrarese Nicola Bonetti, studente di medicina. A più di quarant’anni da quella tragica sera d’estate, il delitto rimane ancora senza un colpevole e anche il movente, ad oggi, resta un mistero.

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Come mai vi siete interessati a riaprire questo caso dopo circa quarant’anni? Perché proprio questo?

«Nicola Bonetti venne ucciso a 22 anni nel 1980, non si è mai capito né da chi né perché. Dopo anni di indagini il caso si è chiuso senza risposte e la sua storia è finita nel dimenticatoio. Dopo quasi 45 anni pochissimi sapevano della sua esistenza e della sua triste fine, con questo podcast abbiamo voluto accorciare le distanze del tempo e mantenere viva la sua memoria».

Quali fonti avete usato?

«Per prima cosa abbiamo letto i giornali dell’epoca. Sono passati tanti anni per cui abbiamo dovuto consultare i quotidiani cartacei custoditi nella biblioteca Ariostea. Successivamente abbiamo studiato atti giudiziari e parlato con alcuni familiari di Nicola. Importante il contributo di Davide Bertasi, avvocato ferrarese che ha seguito da vicino il caso».

Come siete certi che la ragazza non fosse coinvolta nell’atto?

«Nicola è stato ucciso il 28 giugno 1980 nella pineta di Lido Spina mentre si trovava in auto con la sua fidanzata. Lei era più giovane di lui, aveva 17 anni. Nel corso delle indagini è stata più volte ascoltata dagli inquirenti e alcune testimonianze discordanti avevano anche fatto emergere dei dubbi sulla sua sincerità ma dopo una serie di accertamenti il giudice ha stabilito che la ragazza era innocente ed estranea da tutto. Una vittima di quell’attacco che costò la vita al giovane fidanzato».

La presunta arma del delitto fu analizzata più volte, perché?

«Era importante accertare la provenienza dei proiettili. Analizzando quelli estratti dal corpo del giovane si risalì ad una pistola posseduta da un commerciante ferrarese. L’arma fu sequestrata e sottoposta a perizia. Dalle prime analisi emerse un legame quasi certo tra i proiettili e la pistola, la seconda perizia però abbassò la percentuale e alzò i dubbi così fu necessario effettuarne una terza, ma l’arma risultò compromessa e impossibile da analizzare. Questo rallentò molto le indagini che poi anni dopo si chiusero senza risposte. Ad oggi il caso resta irrisolto».

È stato un momento molto intenso e interessante e gli autori hanno ascoltato le nostre riflessioni e sono stati molto disponibili. Ringraziamo, perciò, Samuele e Francesco per averci coinvolto in Sala Einaudi. La serie è disponibile gratuitamente su tutte le piattaforme di streaming e su Youtube. Ci teniamo anche a ringraziare Annarita Bova, la giornalista della Nuova Ferrara che si ha sostenute fino in questo percorso e la professoressa Lucrezia Morleo Lucrezia per averci fatto partecipare a questa bellissima e piacevole esperienza.

Petria Gruia Amalia

Chiara Bigoni

Emily Fioravanti

Rihab Aboutarik

Edda Guerzoni

Sofia Ferraro

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