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Serie C

Il presidente Tacopina dribbla la Spal mentre i nodi vengono al pettine

Alessio Duatti e Sergio Armanino
Il presidente Tacopina dribbla la Spal mentre i nodi vengono al pettine

L’assenza da Ferrara si prolunga, intanto i biancazzurri annaspano e i problemi si accumulano

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Ferrara Per l’analisi aggiornata del pasticcione confezionato dalle parti di via Copparo, si può trarre spunto dall’intervento di Roberto Stellone nel glaciale post partita di sabato sera: «Il nostro obiettivo – ha dichiarato l’allenatore della Vis Pesaro – era quello di soffrire meno rispetto all’anno scorso. Nel campionato precedente ci siamo salvati all’ultimo minuto dei playout e ci siamo detti che non volevamo più rivivere quei momenti. Sin dall’inizio dell’anno abbiamo lavorato con la squadra quasi al completo, perché il direttore è andato a prendere i giocatori prima degli altri e avevamo quasi tutta la rosa a disposizione, tranne un paio che sono arrivati negli ultimi giorni di mercato». Punto centrato: tempistica, pianificazione, idee, tasselli funzionali e la costruzione di un unico comune obiettivo, chiaro ma soprattutto sentito da tutte le componenti del club.

In pratica, tutto il contrario rispetto a quello che ha fatto (anche quest’anno) la Spal di Joe Tacopina. I risultati del campo, purtroppo sono la classica conseguenza della semina fatta. In casa biancazzurra si è combinato l’ennesimo disastro gestionale: la discutibile volontà della discontinuità tecnica, ma soprattutto la carenza di strumenti e risorse posti nelle mani dei nuovi quadri per allestire la Spal 2024/2025 sono la radice amara della pianta cresciuta a tinte biancazzurre. Il resto proviene tutto dagli ultimi giorni di non-mercato, che hanno consegnato a mister Dossena una rosa priva del materiale tecnico utile ad applicare il suo credo calcistico. Poi sì, anche l’allenatore nel percorso di queste 18 partite (10 sconfitte e 33 gol subiti) ha avuto e sta avendo le sue specifiche colpe, sulle quali s’innesta pure una serie importante d’infortuni più o meno gravi.

Conoscendo e avendo vissuto in questi anni il modus operandi del patron Tacopina rispetto alle crisi di risultati e al rapporto con gli allenatori, è impossibile non pensare che la posizione del tecnico arrivato dalla Pro Vercelli sia rimasta la medesima, non tanto per il grande rapporto di stima e fiducia con il direttore sportivo Alex Casella, approdato a Ferrara dopo la medesima esperienza del mister in Piemonte, ma soprattutto per l’atteggiamento passivo che il proprietario della società sta mostrando negli ultimi periodi nei confronti del progetto ferrarese. Si dice che l’avvocato di Brooklyn sia professionalmente molto impegnato, che stia preparando una causa importante e delicata per il suo facoltosissimo cliente Asap Rocky, nome d’arte di Rakim Athelaston Mayers, rapper e produttore discografico statunitense compagno di Rihanna e padre dei suoi figli, che approderà in tribunale il prossimo gennaio. Si dice ancora che, per carattere, Tacopina voglia tenersi lontano dalla negatività che aleggia a Ferrara intorno alla Spal e che è tornata pesante come le nebbie che si tagliano con il coltello dopo la sconfitta clamorosa a Pontedera.

Tra l’altro, a dicembre sarebbe stato atteso un suo ritorno in città, ma al momento non ci sono conferme in merito e, a quanto pare, il patron non dovrebbe nemmeno palesarsi alla cena di Natale che la Spal è in procinto di riproporre in forma interna con gli sponsor nella sempre magnifica cornice del teatro comunale “Claudio Abbado”. Tutti meno uno, almeno: Macron si è sfilata e non sarà sfuggito ai più che il nome dello sponsor tecnico, che campeggiava a caratteri cubitali sulla gradinata dello stadio Paolo Mazza ancor prima che venisse coperta, è scomparsa.

Oggi più di ogni altra cosa conta il rispetto delle scadenze tributarie del 16 dicembre, con annesso sguardo all’apertura della sessione invernale di un calciomercato che dovrà quantomeno garantire i basilari rinforzi per uscire dalle sabbie mobili della zona playout. Perché è pur vero che in serie C i punti si possono fare contro chiunque, lo testimoniano le tre vittorie filate della Spal prima della debacle toscana (“manita” che al turno successivo è piombata sullo stesso Pontedera a Rimini) e anche l’incredibile successo del Legnago a Pescara, ma poi servono la continuità e il mantenimento di un livello di prestazioni accettabile, sia in termini di punti ma anche per salvaguardare l’immagine di ciò che si rappresenta: quella della Spal è stata già calpestata troppe volte.