Paolo, il medico di Ferrara del fine vita
Il dottor Bertolazzi in pensione: ha fatto la storia sulle ambulanze e al Pronto soccorso. L’auspicio è trovare un modello di accompagnamento rispettoso dei pazienti terminali
Ferrara Un passaggio di testimone ai colleghi più giovani. È andato in pensione Paolo Bertolazzi, uno dei primi medici che negli anni ’90 è salito sulle ambulanze dell’emergenza del 118. Fu una svolta per l’epoca e per un 118, nato datato ufficialmente 27 marzo 1992, che ha permesso a giovani professionisti di specializzarsi nel campo dell’emergenza cogliendo i vulnus presenti nel sistema, non più adatto ad una società in evoluzione. Dopo 34 anni trascorsi sulle strade e tra le mura del pronto soccorso, Paolo Bertolazzi si è congedato alcuni giorni fa.
Un turbinio di emozioni quelli che in questi giorni si agitano nella testa e nel cuore dello stimato professionista, che ha sempre posto in prima battuta l’essenza, l’umanità e l’empatia in ogni atto quotidiano, aspetti che lo stesso medico ha sottolineato sulla propria pagina facebook. Empatia che Paolo ha cercato di avere sempre con il paziente ed i famigliari.
La storia
Tra le vicissitudini affrontate durante il percorso ospedaliero un incontro con una ultranovantenne lucida, attenta, dolce e gentile con lo stesso medico e con tutto il personale. La donna ringrazia per la visita, chiede scusa per il lavoro che costringe a fare a causa della sua situazione. «Mi siedo vicino a lei, cerco qualche parola di conforto in un vocabolario avaro di spunti, ma ad un tratto lei muove faticosamente una mano, scosta la mascherina dell’ossigeno e mi fa cenno di venire più vicino», racconta lo stesso medico.
“Dottore, sto per morire vero?”. Un brivido passa lungo la schiena del medico che vorrebbe essere altrove. Dopo avere preso coraggio Bertolazzi risponde in modo onesto: «Sì, stai per morire, vuoi che usiamo qualcosa per farti riposare e non sentire il dolore?». Una domanda alla quale la donna risponde con un sorriso ed un grazie. Lo stesso professionista inizia quell’accompagnamento, dopo avere segnalato la volontà della donna ai famigliari sul percorso previsto per la sedonanalgesia e la terapia del dolore.
L'auspicio
Un’opzione, quella del fine vita sul quale altre strutture ospedaliere in regione hanno riservato uno spazio molto più simile alla camera da letto di casa che ad un ospedale, sul quale Paolo Bertolazzi auspica si possa creare un luogo discreto e rispettoso per i pazienti terminali. Un rispetto verso l’essere umano sul quale Bertolazzi ha basato l’amore per la propria professione. Un insegnamento che il nuovo pensionato lascia ai colleghi più giovani ai quali ha trasmesso l’importanza del lavoro di squadra, basato sulla presenza di ogni figura professionale della struttura ospedaliera e sul territorio.
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