Ferrara, schianto mortale in A13: assolto un autotrasportatore
Anton Ionica ritenuto senza responsabilità nell’incidente del giugno 2022
Ferrara L’autotrasportatore Anton Ionica non è stato ritenuto responsabile per la morte di Mocanu Petrica, 34enne rumeno morto il 1º giugno di due anni fa in un incidente stradale verificatosi alle 5.30 del mattino sull’A13 tra i caselli di Occhiobello e Ferrara Nord, in direzione di Bologna.
La decisione del tribunale di Ferrara è arrivata nel primo pomeriggio di ieri, quando la giudice Alessandra Martinelli ha assolto l’imputato, 47 anni, anche lui rumeno, «per non aver commesso il fatto». La giudice ha stabilito in 90 giorni il termine per il deposito delle motivazioni.
La procura aveva invece chiesto che Ionica venisse condannato a una pena di tre anni di reclusione per omicidio stradale, dovuto al mancato rispetto delle norme che regolano la circolazione stradale, in particolare per aver effettuato una manovra di cambio di corsia in una situazione non sicura. A supporto una consulenza tecnica e i rilievi effettuati sul luogo dell’incidente dalla Polstrada.
La sua difesa, sostenuta dall’avvocato Saverio Barbieri, anche tramite una consulenza di parte, è riuscito a dimostrare come le conclusioni della procura fossero errate e come la manovra effettuata dall’imputato fosse stata compiuta in realtà in sicurezza.
«Si è trattato di smontare la ricostruzione fatta dalla consulenza della procura e dalla Polizia stradale usando gli stessi dati, chiedendoci se fossero stati usati e interpretati bene», ha spiegato il legale a margine dell’udienza.
Nella sostanza, visto l’esito del processo, sembra aver centrato il bersaglio, riuscendo a dimostrare che la vera causa dell’incidente fatale per Petrica sia stata l’altissima velocità del furgoncino sul quale viaggiava come passeggero, condotto da Memet Petrica, già condannato nel novembre dell’anno scorso con il rito abbreviato a 10 mesi di reclusione.
Secondo tale ricostruzione, il conducente stava viaggiando a una velocità «ampiamente oltre il limite, esageratamente oltre i limiti di prudenza» e l’impatto con l’autoarticolato guidato Ionica sarebbe avvenuto ancora a velocità ancora molto elevata, come dimostrato dai danni riportati.
In base ai calcoli, tra il furgone e l’autoarticolato c’erano circa 100 metri di distanza quando l’imputato aveva effettuato il cambio di corsia, un tempo sufficiente per iniziare una frenata e sufficiente a evitare un impatto così disastroso anche prendendo come buona la più bassa velocità considerata dalla consulenza della procura.
Inoltre, la difesa ha sostenuto che Memet Petrica abbia avuto un tempo di reazione doppio rispetto a quello considerato normale, «e abbiamo più elementi per dire che sia per via della stanchezza».
Ancora, sempre per via dell’alta velocità e dei tempi di reazione molto alti, la difesa ha sostenuto che anche senza la presenza dell’autoarticolato, il furgoncino avrebbe sbattuto comunque contro un ostacolo, ovvero l’auto che stava davanti all’autoarticolato di Ionica e che aveva portato l’autotrasportatore a frenare di colpo.
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