Aziende a rischio esplosione: ecco la mappa del Ferrarese
Pronti 9mila litri di schiuma. La Prefettura aggiorna il Piano di emergenza
Ferrara Sono meno di una dozzina le aziende a rischio d’incidente rilevante in provincia di Ferrara, un terzo delle quali si concentrano nel polo chimico del capoluogo, qualcuna anche con soglia di rischio inferiore data la natura delle lavorazioni e la dimensione. Anche sul nostro territorio, tuttavia, la soglia dell’attenzione in quest’ambito si è elevata dopo la tragedia di Calenzano, con le sue cinque vittime per l’esplosione nel deposito carburanti Eni: il 17 dicembre è infatti convocato in Prefettura un vertice tra le aziende interessate, forze dell’ordine, Vigili del fuoco e Arpae, per aggiornare il Piano di emergenza esterna per questo tipo d’industrie. L’attuale documento risale al 2018 e nel frattempo di cose ne sono successe, ultima delle quali l’attivazione dell’It Alert; è probabile si parli anche dell’esito della sperimentazione della scorsa settimana, che ha dato un esito controverso (“buchi” nella copertura di più di un gestore telefonico, e soprattutto la possibilità di disattivare preventivamente l’alert), ma il focus è appunto mettere al passo con la realtà sul campo le procedure per reagire nella maniera più rapida possibile ad un eventuale emergenza. Si parla di allerta alla popolazione ed eventuali evacuazioni, esterne appunto ai perimetri degli stabilimenti, ognuno dei quali deve rispettare a sua volta precise procedure per i propri dipendenti. Ogni due anni queste società sono tenute ad aggiornare la propria valutazione del rischio, assieme ai Vigili del fuoco.
Il database La tabella in alto è tratta dal data base Ispra, non aggiornatissimo a sua volta (Vinyloop ad esempio non esiste più come azienda), ma rende comunque l’idea della situazione territoriale. La quasi totalità delle imprese a rischio incidente rilevante è compresa nel settore chimico, con le tre multinazionali di Ferrara (Versalis, Yara e Basell Poliolefine),Chemia di Sant’Agostino, Rechim di Argenta e Cromital di Ostellato, tutte a soglia superiore. Geotermia zero emissioni di Jolanda si occupa di prelievo e fornitura di gas, mentre Stogit di Tresigallo è uno dei più importanti siti di stoccaggio del gas. Arco Logistica, poco al di fuori del petrolchimico, è un sito di produzione e stoccaggio fertilizzanti.
Il polo chimico Va da se che, da sempre, gli occhi dei ferraresi sono puntati soprattutto sul petrolchimico di piazzale Donegani, per la concentrazione di sostanze pericolose e per la vicinanza dai quartieri abitati e dal capoluogo. «È bene sottolineare che nel petrolchimico non esistono siti di stoccaggio di sostanze tipo benzina, che ha provocato l’esplosione di Calenzano - ricorda Paolo Schiavina, amministrazione di Ifm, la società dei servizi dello stabilimento multisocietario - Le sostanze pericolose in movimento sono quelle che arrivano per ferrovia, treni da 16 vagoni con qualche migliaio di tonnellate di etilene e propilene, ed esistono i serbatoi tumulati di propilene che rappresentano le scorte di materia prima di Basell».
L’apparato di sicurezza del petrolchimico è quindi imponente ed è gestito internamente, con l’obiettivo di poter intervenire immediatamente grazie alla presenza di proprie squadre di Vigili del fuoco, e di avvisare con la massima tempestività la popolazione: «Siamo in grado di farlo entro 10’ da ogni incidente che possa interessare anche l’esterno dello stabilimento» sottolinea Schiavina; al momento i tempi di attivazione di It Alert, come dimostra anche la tragedia di Calenzano, sono più dilatati.
Ai confini Il petrolchimico dispone di camion cisterna con 9mila litri di schiuma antincendio sempre a disposizione. Sono riservati a piazzale Donegani o potrebbero essere impiegati anche nelle zone confinanti, ad esempio nei depositi di Arco?: «Siamo già intervenuti all’esterno, all’incendio della Cartiera di Ferrara per citare un caso, e siamo pronti ad attivare sinergie all’interno di un determinato raggio d’azione» conclude l’amministratore di Ifm.