La Nuova Ferrara

Ferrara Una storia di, purtroppo, ordinaria violenza di genere. Ieri in tribunale solo la punta dell’iceberg di una vicenda più profonda, un processo per stalking che riguarda solo la fase finale di un rapporto connotato da gelosia, controllo, aggressioni fisiche, tutte denunciate dalla donna, assistita dall’avvocata Sara Bruno.

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Secondo quanto denunciato, la vicenda nasce nel 2018, con l’inizio di una relazione in cui lui, un uomo trentenne, inizia già a manifestare al sua indole possessiva nei confronti della fidanzata, impedendole di usare i social o vedere altri amici, e si fa già aggressivo, lanciando le cose, spaccando i mobili con calci e pugni. L’anno successivo i due vanno a convivere e le cose, se possibile, peggiorano: inizia a imporle di rimanere in casa, le vieta di uscire, la chiude a chiave in camera, deve darle lui l’autorizzazione per andare fuori.

Come spesso accade, anche questa storia vive di escalation. Perché nel corso del tempo la violenza fisica si trasferisce dalle cose alla persona, inizia a spintonarla e strattonarla durante i continui litigi per gelosia e la cosa poi diventa quotidiana. Due almeno i punti di non ritorno: uno strangolamento in cui lei quasi perde i sensi e un pugno in faccia. Lei dice basta, la relazione finisce, e lui inizia a perseguitare la “sua” donna con messaggi insistenti, minacce, accuse. Tutto l’armamentario, insomma dell’uomo ferito a cui manca un pezzo, che non può essere abbandonato. Stalking, dice la legge. A gennaio davanti al giudice.