Ferrara, salvate due “botteghe storiche” premiate per la tradizione
Leon D’Oro e Bottega del Formaggio: «Una bella gratificazione del lavoro»
Ferrara Generazioni di ferraresi sono cresciute con le loro prelibatezze e dopo tantissimi anni di onorato servizio, questi punti di riferimento del centro storico entrano di diritto tra le “botteghe storiche” dove sono già presenti altre 23 storiche attività cittadine alle quali si aggiungeranno altre sette ancora da scoprire. Ad essere premiate saranno la “Bottega del Formaggio” e la pasticceria “Leon D’Oro” che in questi anni sono sempre stati una meta privilegiata dai cittadini e dai turisti, offrendo un servizio apprezzato da tutti i clienti.
In piazza Cortevecchia è impossibile non essere attratti dai prodotti caseari de “La Bottega del Formaggio” aperta nel 1929 dalla famiglia Burani. «Sia il Comune che la Camera di Commercio ci hanno dato una grande mano – racconta uno dei titolari Paolo Bettetto, subentrato dopo la scomparsa del precedente gestore Luciano Villa – e ritenevamo fosse giusto provare ad ottenere questo riconoscimento anche perché sono pochissime le attività in Italia che riescono a raggiungere i cento anni». Aldilà della gratificazione, c’è l’attualità nei pensieri dei gestori: «Speriamo si possa accedere a qualche aiuto o sovvenzione, non è un momento facile. Basti vedere quante attività qui in Cortevecchia chiudono mentre noi cerchiamo di tener duro». Chi, dopo oltre cinquant’anni vissuti fianco a fianco tra i tavolini della pasticceria, sta per cedere la mano sono i fratelli Marco e Mauro Paganelli del bar pasticceria Leon D’Oro.
Anche in questo caso si parla di una vera istituzione in città avviata nel 1971 dal padre Valter Paganelli che si mise in proprio dopo aver lavorato per un’altra insegna storica come quella di Bida. Accanto a lui l’inossidabile moglie Elsa, allora insegnante, che tutt’oggi accoglie i clienti in cassa con l’energia di sempre. Mauro Paganelli prova a condensare in poche parole una vita di lavoro: «Dopo 53 anni il Leon D’Oro è diventata un’istituzione tanto che i ferraresi tendono a dire in maniera un po’ dissacrante “davanti al Leon D’Oro” più che “davanti al Duomo”. Abbiamo visto crescere almeno due generazioni e ci gratifica il riconoscimento come “bottega storica”. Quello a cui teniamo particolarmente è lasciare ai ferraresi, che ringraziamo un buon sapore forse un po’ nostalgico. Ora non andremo certo a Miami a fare la bella vita anche perché non potremmo e sarebbe quasi un insulto verso chi ci ha sempre apprezzato. Con coerenza abbiamo fatto una selezione tra coloro che si sono proposti per rilevare l’attività. Vogliamo che ci siano imprenditori capaci di valorizzare il nostro staff, rispettosi della tradizione e che possano dare un senso anche futuro alla nostra vita passata in queste sale. Siamo riusciti a trasformarci negli anni assieme alle abitudini dei ferraresi. Abbiamo cercato sempre collaboratori giovani mantenendo sempre viva la tradizione di nostro padre».
Lo segue a ruota il fratello Marco: «Questi cinquant’anni sono state all’insegna della continuità della nostra gestione e sono poche le attività di questo genere». Un’ultima “chicca” di storicità: «Ricordo bene il giorno in cui mio padre ci mostrò la sua nuova creazione, oggi un simbolo, ovvero la monoporzione di pasticcio ferrarese che gli abitanti della città prendevano e mangiavano con le mani come succede tutt’oggi».