Copparo, imprenditore minacciato in Colombia: «Paga o mettiamo una bomba»
E’ il titolare della scuola di kitesurf Mirko Benini. Una storia piena di colpi scena
Copparo Minacciato di morte in Colombia (dove lavora e vive), un imprenditore di Copparo ha scelto di non stare zitto e di denunciare tutto alle autorità locali, portando avanti così una piccola rivoluzione in un Paese difficile. Lui è Mirko Benini, 49 anni, e tutto nasce dall’apertura della scuola “Kite Dream Colombia”, fondata con la sua compagna Clara Ortiz. Una storia piena di colpi di scena, che Benini ha deciso di raccontare alla Nuova Ferrara.
«Ero in vacanza in Colombia prima del Covid e quando è scoppiata la pandemia, sono rimasto bloccato lì e senza soldi». Dopo un primo momento di smarrimento, Benini si è rimboccato le maniche e guardandosi intorno ha capito che qualcosa di importante poteva nascere. «Ho fondato una scuola di kitsurf nella spiaggia desolata di Palmarito, vicino a Barranquilla. Le cose sono andate bene e dopo due anni ho anche aperto un ristorante, tutto ristrutturando piccole casette, se così vogliamo chiamarle». Tutto sembrava andare per il meglio: «Quando sono arrivato su quella spiaggia c’era solo gente che si drogava e faceva gare in moto, così abbiamo iniziato a pulire e a mettere una barriera, per rendere questo posto un luogo turistico. E intanto abbiamo insegnato a nuotare a decine di bambini e adulti».
Ma ecco che qualcosa inizia a cambiare: «Durante un mio viaggio a Tenerife per lavoro, qualcuno è arrivato alla Dream e ha iniziato a chiedere il pizzo a mia moglie Clara, originaria del posto, ma lei si è rifiutata di pagare». Ed è qui che nasce l’incubo. Benini, ha raccontato che le minacce sono iniziate telefonicamente attraverso numeri privati, chiedendo ogni mese la somma di un milione di pesos o munizioni. Secondo Benini, gli estorsori, che hanno affermato di appartenere ad un gruppo paramilitare, hanno inviato persone in motocicletta nella proprietà per pattugliare le strutture della scuola e del ristorante. «Gli uomini si sono identificati come membri di un gruppo paramilitare e chiedevano ogni mese un volume di munizioni o il suo equivalente in denaro. Al nostro rifiuto, gli sconosciuti hanno minacciato con imprecazioni e hanno mandato i motociclisti a vagare per le strutture dove opera la scuola da tre anni». Dopo aver fissato un termine di 24 ore per lasciare il posto, «hanno lanciato pietre dipinte con un messaggio minatorio». Tutto questo qualche settimana fa: «Data la mancanza di garanzie per continuare a fornire i nostri servizi, abbiamo preso la dolorosa decisione di chiudere temporaneamente le porte della nostra attività, lasciando una dozzina di clienti».
Dopo aver ricevuto i messaggi minacciosi, le vittime hanno presentato denuncia alla Polizia Cai di Playa Mendoza, che ha reindirizzato la denuncia all’Esercito Gaula. Nonostante ciò le minacce sono aumentate, motivo per cui Mirko Benini e la moglie Clara Ortiz hanno deciso di lasciare il posto. «Hanno cominciato a minacciare Clara, le hanno detto che avrebbero tagliato suo figlio con un machete e piazzato una bomba. Hanno spaventato la mia famiglia quando non c’ero - ha spiegato Benini, anche attraverso un video -. Spero che le autorità facciano qualcosa e che quanto sta succedendo arrivi anche in Italia. Noi non ci arrendiamo». l
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