Bufera a Ferrara, Lodi: «Sono innocente, tornerò»
In Prefettura è pronto il provvedimento per la decadenza. Il Pd: «Faccia un passo indietro»
Ferrara L’opposizione gli chiede di fare un passo indietro, lui da parte sua promette: «Non è finita, tornerò»!, mentre in Prefettura, in attesa di ricevere il dispositivo di condanna, è già pronto il provvedimento per la sua decadenza da assessore da inviare al sindaco Fabbri.
All’indomani della condanna a 2 anni e 10 mesi per il caso Cidas, con le annesse conseguenze previste dalla Legge Severino che lo terranno lontano da incarichi elettivi per 18 mesi, Nicola Lodi si è sfogato sui social, definendo la condanna per induzione indebita «uno schiaffo in faccia, che prima o poi sapevo che mi sarebbe arrivato per tutte le volte che hanno provato a darmelo». Lodi conta «sei anni, 9 processi e più di 50 udienze che hanno portato a un nulla di fatto. Sempre assolto, fino a ieri (martedì)». Una condanna che arriva, secondo Lodi, «per una questione che non esiste e per cui lo stesso Bertarelli (il presidente Cidas finito a sua volta a processo per le condotte nei confronti di un suo dipendente sollecitate da Lodi, ndr) ha ribadito di non essersi sentito indotto a fare chissà cosa. Non ho chiesto niente altro che rispetto e non ricevere più insulti».
E poi attacca gli avversari politici: «Le critiche, per me, si sono sempre concretizzate nelle aule di tribunale e mai in quella di Consiglio, perché l’opposizione ha sempre saputo di non essere capace a fare il suo mestiere. Mi hanno sempre messo i bastoni tra le ruote con esposti (l’inchiesta Cidas è scaturita da una memoria dell’ex consigliera Anna Ferraresi, ndr) e querele, mai con le loro idee. Perché, purtroppo per Ferrara, loro le idee non le hanno». Però, ribadisce, «questa non è la fine, perché sono innocente fino all’ultimo grado di giudizio. Tutti quelli che festeggiano per essere riusciti a colpirmi non sanno che così mi fortificano e mi spronano ancora di più. Tornerò, potete starne certi», conclude.
Il Gruppo consiliare del Pd esprime preoccupazione per la condanna in primo grado dell’ex vicesindaco e chiede un gesto di responsabilità: «In un momento così delicato riteniamo sia necessario garantire serenità alla macchina amministrativa nel Comune di Ferrara, anche per non indebolire la fiducia riposta dai ferraresi nelle Istituzioni e nella politica. La sospensione da pubblici incarichi prevista dalla legge n. 190 del 2012, che verrà applicata in questo caso, tutela proprio la garanzia di integrità del processo democratico nonché la trasparenza e l’immagine dell’Ente coinvolto». Per questo, «date le circostanze, dovrebbe essere lo stesso Lodi a valutare l’opportunità di fare un passo indietro, anziché avanzare in modo surreale la sua candidatura a sindaco nel 2029. Ci auguriamo, dunque, che il sindaco Fabbri prenda decisioni politiche assai più ponderate e responsabili, anteponendo l’interesse dei ferraresi a quello dei partiti di maggioranza». l