“Portomaggiore-Bologna”, una linea da libro nero
Tratta ferroviaria con troppi lavori e in parte coperta con servizio bus
Portomaggiore Dopo le proteste dei pendolari, sempre molto attenti nel catalogare una situazione assai precari, arrivano anche i dati del rapporto di Pendolaria di Legambiente a certificare la situazione pessima della Portomaggiore-Bologna.
In Emilia Romagna per il trasporto ferroviario va solo lo 0, 65% dei fondi di bilancio. Tre le linee ferroviarie critiche, ma i disservizi riguardano tutto il trasporto pubblico locale.
Portomaggiore
Pur non comparendo nel rapporto nazionale Pendolaria, restano da segnalare alcune criticità e proprio nel Ferrarese: la linea Bologna – Portomaggiore viene segnalata fra le peggiori. È interessata da lavori e per questo in parte coperta con bus. Una linea che, prima dei lavori, era la seconda per numero di passeggeri trasportati in settimana, a causa dei continui disservizi e del prolungarsi dei lavori ha perso molta parte dell’utenza che preferisce spostarsi con mezzi privati.
Trasporti e clima
Oltre ai finanziamenti inadeguati, a pesare sul trasporto pubblico sono anche gli impatti della crisi climatica. Sono 203 gli eventi meteo estremi che in Italia negli ultimi 14 anni – tra il 2010 e il 2024 – hanno causato interruzioni e ritardi a treni, metro e tram in tutta Italia. Piogge intense e allagamenti, frane dovute a intense precipitazioni, sono state le cause di interruzioni più o meno lunghe di linee ferroviarie come la Bologna-Rimini, la Ravenna-Ferrara, la Ravenna-Faenza, la Faenza-Marradi. Secondo il Rapporto del Mit “Cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità”, i danni su infrastrutture e mobilità provocati dalla crisi climatica aumenteranno entro il 2050 e per la nostra regione potrebbero significare una perdita di PIL fino al -0, 51%.
I commenti
«Occorrono più treni e una frequenza maggiore di corse, oltre al ripristino di corse di Intercity che con gli anni sono state soppresse per far posto all’Av, salvo poi far fare a queste fermate in centri più piccoli per garantire collegamenti rapidi tra capoluoghi di provincia – dicono ancora Legambiente Emilia Romagna –. Positiva la realizzazione finalmente del Tram a Bologna, ma manca ancora il completamento dell’Sfm con corse frequenti e soprattutto un servizio Tpl accettabile in tutti i capoluoghi. In molte città il servizio non è adeguato con corse ogni 30 minuti che diventano anche ogni ora nei giorni festivi, mezzi obsoleti, per non parlare del trasporto scolastico, spesso inadeguato per numero di mezzi e frequenza. Se vogliamo che le persone pensino al Tpl come prima scelta al posto dell’auto privata dobbiamo offrire un servizio di qualità a partire dalle giovani generazioni».
Ancora Ferrara ko
Da inizio 2024 sono ben 5 le stazioni di misura che nella regione hanno già superato il limite dei 35 giorni di sforamento della concentrazione di PM10 in un anno: Modena (51 giorni), Carpi (37 giorni), Ferrara (36 giorni), Piacenza (38 giorni) e Rimini (39 giorni). Un dato che preoccupa.
Il traffico
Sebbene il traffico veicolare sia solo una delle componenti della cattiva qualità dell’aria, non possiamo però ignorare che manteniamo un tasso di motorizzazione molto alto, con 538 auto ogni 100 abitanti a Bologna, molto di più che a Madrid o Parigi. Ognuno con la propria macchina, insomma, danneggia tutti .
Restano poi nella programmazione regionale e locale infrastrutture impattanti: l’autostrada Cispadana, la bretella Campogalliano-Sassuolo e il Passante di Bologna. Vie di comunicazione delle quali ancora si sente parlare in ambito progettuale. l
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