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Il caso

Ruba le statuine dal presepe a Dogato, poi si pente e le riconsegna

Marcello Pulidori
Ruba le statuine dal presepe a Dogato, poi si pente e le riconsegna

La comunità si mobilita e il tam tam sui social fa risolvere il caso

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Dogato Per dirla come andrebbe detta bisognerebbe esclamare: “Siamo alla fine del mondo”. Che possa accadere che a essere rubate siano addirittura le statuina di un presepe è cosa che fa a pugni con...tutto. Eppure è accaduto. A Dogato un uomo – poi individuato e “tornato alla ragione” – ha rubato venti statuine a corredo del presepe in piazza, presepe tra i più antichi della provincia e che l’associazione civica tutti gli anni allestisce, proprio a Dogato.

I fatti

L’uomo, riconosciuto da diversi cittadini durante il fatto, anche a seguito del “deciso” tam tam sui social che ne è nato e dalle tantissime prese di posizione ben poco “diplomatiche” nei suoi confronti, ha alla fine pensato bene di presentarsi personalmente a uno dei responsabili dell’associazione (Manuele Marani) riconsegnando gli “ex voto” alla comunità; nei confronti del ladro pentito non dovrebbe partire nessuna denuncia alle autorità, vista come è finita la storia. Ma è chiaro che l’ultima parola spetterà alle autorità competenti. Il pentito si è dimostrato, comunque, una volta di più, pentito ma il fatto non poteva restare chiuso nei confini di paese. E difatti in poche ore è divenuto praticamente di dominio pubblico.

Le parole di Marani

«Rubate le statuine del presepe in piazza. Se, in pieno giorno – aveva intanto scritto Marani poco dopo i fatti – ti permetti di rubare le statuine e ignori l’alt delle persone, non meriti di essere integrato nella nostra comunità». Parole molto dure e pronunciate a caldo, che col trascorrere delle ore e la riconsegna della refurtiva (gesto che nulla toglie alla gravità del fatto in sé) hanno in parte cambiato d’aspetto e cambiato anche la prospettiva del caso. «Il presepe di Dogato – ha spiegato sempre Marani – è una istituzione e tutti i cittadini sono i primi custodi, veri custodi, di questa creazione. Il fatto poi che il furto si sia verificato in pieno giorno, con persone che hanno attirato l’attenzione del ladro “intimandogli” addirittura di riconsegnare il maltolto, ha creato nelle persone una sorta di insofferenza che nei numerosi messaggi postati ha assunto talora anche toni molto “decisi”. Tanto da fare anche considerare al ladro di riconsegnare le statuine. Senza tante storie». Ladro che, da un certo punto di vista, è stato “braccato” al punto da, poche ore dopo, presentarsi allo stesso Marani riconsegnando quanto sottratto, chiedendo di poter essere perdonato e adducendo una sottomarca di scusa che, talmente puerile, praticamente non è stata di fatto nemmeno presa in considerazione. Una vicenda che mostra anche (ma verrebbe da dire finalmente) come i piccoli centri, campagne e periferie, siano molto spesso portatori di valori altrove pressoché perduti. La solidarietà, la generosità, il battersi per una giusta causa, l’aiutarsi, l’informare i parenti, gli amici, il sentirsi parte di una comunità. Parte vivente. E attiva.