Ferrara di una volta: bancarelle regalo sul Listone e vetrine natalizie
In Cortevecchia teneva banco un negozio di salumi, in Garibaldi la macelleria
Ferrara I confronti sono e sono sempre stati antipatici. I ritornelli «Era meglio quello che c’era prima»… «Si stava meglio quando si stava peggio» ecc. inducono alla rabbia malinconica e fanno perdere il senso della realtà attuale che quasi sempre è migliore. I ricordi però fanno parte del nostro passato, sono parte di noi, ci fanno costantemente compagnia e la caratteristica umana abbastanza comune è che non siamo disposti assolutamente ad accantonarli e loro automaticamente diventano pietra di paragone con quello che vediamo, siamo naturalmente inclini al rifiuto delle novità ed essere obiettivi ci risulta assai difficile. A volte succede che veramente i ricordi hanno ragione ma molto spesso no. Il Listone ora è una piattaforma che ospita un piccolo villaggio di casette bianche e luminose e tutte uguali, ma ciascuna ci offre qualcosa di diverso e particolare in occasione di queste Feste natalizie. Attraverso le Webcam si può chiaramente vedere la gente che attornia curiosa questo piccolo villaggio. In effetti i metri lineari di esposizione sono molti di più di un tempo quando il tutto era una sola fila di baracche fronteggianti i portici del Duomo.
Erano luminose pure loro, piene di gente in sosta che guardava e comprava ostacolando il passeggio sotto i portici, impedito pure da chi era inchiodato dinnanzi alle vetrine illuminate a giorno. quelle persone si ripromettevano che prima o poi si sarebbero comprati questo o quell’altro. Qualcuno ti piantava la sigaretta nel cappotto, ma quei cappotti, anche se non di lusso, erano di lana e non bruciavano, mentre ora lo stesso scherzetto ti farebbe un buco! I bambini spesso facevano i capricci e urlavano perché non vedevano nulla, le mamme riuscivano malapena a metterseli davanti, di fronte alle baracche affinché potessero vedessero i giocattoli e i dolcetti. Solo allora si calmavano! Era una consuetudine allestire vetrine ad indirizzo prettamente natalizio, ma a parte gli addobbi rossi e argento, Stelle Comete lampeggianti e Babbi Natale dalle candide barbe, erano in mostra gli articoli migliori e più accattivanti di ogni settore, dalle stranissime camice a fantasiosi disegni alle ridicolissime mutande rosse di comiche misure, da elegantissimi abiti da sera a gioielli fantastici, tanto per ricordare alcune cose.
In Cortevecchia, ad esempio, chi teneva banco era un negozio di salumi carni suine e formaggi che con una vetrina inimmaginabile, che per la quantità la varietà e la disposizione dei prodotti penso ancor oggi insuperabile. Non faccio nomi perché sarebbe una pubblicità gratuita, ma credo che sia comunque individuabile per la notorietà raggiunta nel tempo. In via Garibaldi vi era invece una macelleria di carni bovine con doppia vetrina illuminata a giorno. Credo fosse la più pregiata della città, ma se non lo fosse stata mi piacerebbe per pura curiosità sapere chi avrebbe potuto tenergli testa. Vedere per credere cosa c’era in quelle vetrine! Ho citato gli elementi caratteristici che inquadravano quei Natali, impostati sui pranzi familiari e non sul turismo. Il Natale è la tipica festa della pace e della famiglia e tale concetto è rimasto fisso nella mia mente. Con tutto il rispetto del progresso della modernità e dell’efficienza, per favore, non fatemi la domanda per chiedermi ciò che prediligo… a me piaceva un sacco andare in Piazza dopocena a vedermi la vetrine, ecco