Perego nella Giornata della Pace: «Aborto ed eutanasia rendono la vita inutile o dannosa»
L’arcivescovo di Ferrara e Comacchio ha chiesto impegno anche a «ridurre la corsa agli armamenti» e sul «condono dei debiti esteri dei paesi poveri»
Ferrara Ieri la chiesa cattolica ha celebrato la Giornata mondiale della pace, e in molte città emiliano-romagnole si sono svolte le marce della pace. A Ferrara di ricordare questa celebrazione, e i suoi significati peculiari in questa fase storica, si è incaricato l’arcivescovo Gian Carlo Perego. «L’anno, purtroppo, si apre tra segni e gesti di guerra, di violenza e morte in molte parti del mondo, alle porte dell’Europa, in Africa, in Medio Oriente. È guardando a loro, ai popoli in guerra, che Papa Francesco ha voluto coniugare la nostra preghiera e riflessione per la pace all’inizio del nuovo anno con la grazia del Giubileo, con un messaggio ricco e articolato, guidato dal Giubileo che vivremo in questo anno “che ci spinge – scrive il Papa – a ricercare la giustizia liberante di Dio su tutta la terra”: messaggio di cui coglieremo solo alcuni elementi e che merita di essere riletto e approfondito» ha detto Perego nella sua omelia.
La pace «che chiediamo anche noi all’inizio di questo anno, ci impegna, però almeno in tre azioni, cariche di speranza. La prima azione è il condono dei debiti esteri dei paesi poveri, per arrivare poi a costruire un’economia della solidarietà, “fondata sulla solidarietà e sull’armonia tra i popoli”, scrive papa Francesco. Il condono dei debiti è un atto di giustizia nei confronti dei paesi più poveri, le cui risorse sono state sfruttate a dismisura dai Paesi più ricchi o usate solo per la propria ricchezza da dittatori o multinazionali senza scrupoli. La seconda azione è l’impegno a “promuovere il rispetto della dignità umana”, dal concepimento alla morte naturale”. Aborto ed eutanasia sono azioni che non promuovono la vita, ma la rendono inutile o dannosa: non possiamo accettare la mercificazione della vita. La terza azione - ha concluso l’arcivescovo - è ridurre la corsa agli armamenti e impiegare i risparmi per “costituire un fondo che elimini la fame e faciliti nei Paesi più poveri attività educative”, che possa spingere i giovani a immaginare il proprio futuro con speranza. Come si può sperare in un mondo che si arma sempre di più? Come si può sperare nella guerra? Guardiamo attorno a noi i Paesi in guerra e vedremo solo distruzione e morte». In 53 paesi, ha aggiunto.