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Il dato

In 26 anni 1.400 morti sulle strade di Ferrara: ora le vittime hanno 60 anni

Stefano Ciervo
In 26 anni 1.400 morti sulle strade di Ferrara: ora le vittime hanno 60 anni

La serie storica mostra una netta riduzione dei decessi, che restano però decine. Azzerate le morti da “sabato sera”, i guidatori sono la categoria più a rischio

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Ferrara I morti per incidenti stradali nel Ferrarese hanno toccato l’impressionante quota di 1.397, dal 1998 a tutto l’anno scorso, e l’inizio del 2025 non è stato per nulla benaugurante, vista la tragedia dell’altro giorno a Gualdo. «Ancora un incidente stradale sulle nostre strade in un canale non protetto» annota desolato Luigi Ciannilli, che da anni si occupa delle vittime della strada. La contabilità può sembrare macabra ma serve a comprendere l’evoluzione del fenomeno, misurare l’efficacia delle di contenimento e concentrare l’attenzione sulle categorie e i comportamenti più a rischio. Dalla serie storica e dall’analisi dei casi 2024 si vede ad esempio che il numero degli incidenti mortali si è ridotto ad un quarto rispetto a fine anni ’90, e quasi azzerato tra i giovani, con i guidatori tra le vittime più frequenti: di qui la proposta «di fare educazione stradale non solo nelle scuole, ma soprattutto sui luoghi di lavoro e magari nei centri sociali».
I numeri
Nel 1998, anno di partenza della serie storica, gli incidenti mortali nel Ferrarese erano 102, mentre l’anno scorso si è chiuso con un bilancio tragico ma in netta riduzione: 25 decessi. Il calo è stato progressivo, seppure con qualche oscillazione all’inizio degli anni Duemila e metà dello scorso decennio. Nel 2004 i morti sono stati 82, con età media 44 anni, l’anno successivo, con l’introduzione della patente a punti, eravamo già scesi a 68, per arrivare a 39 nel 2010. La discesa è continuata, con l’eccezione del biennio 2015-16, fino ai 21 morti del 2020, il punto minimo della serie storica, influenzato però dagli stop Covid: due anni dopo i decessi erano tornati a 31, per poi riprendere gradualmente a scendere. Un’ulteriore elaborazione su dati Istat 2017, peraltro, indicano la provincia di Ferrara al di sopra della media di mortalità regionale, con 9,12 decessi ogni 100mila abitanti contro 8,5 dell’Emilia Romagna, e molto lontani da quella nazionale, che si fermava a 5,58: la provincia di Napoli, per dire, è a 2,77. La media europea è 5,1 morti ogni 100mila abitanti.
L’analisi 2024
Il dato che colpisce forse di più in un’analisi comunque parziale, visto che riguarda 16 casi, è l’età media delle vittime, che è 60,76 anni (16 in più rispetto a vent’anni fa), in grande maggioranza uomini. Non sono tutti guidatori di mezzi, è il caso di sottolinearlo, ma questa categoria è la più presente, con 11 vittime, mentre i trasportati sono 4 e gli “altri”, tra i quali evidentemente persone investite in bici o pedoni, sono stati 9. In otto c asi la vittima era un automobilista, un solo camionista, 6 ciclisti, mentre gli under 30 sono stati 2. Nessun caso di questa statistica riguarda il rientro da discoteche o luoghi di divertimento notturno, le tristemente famose “morti del sabato sera”.

Non ci sono ricorrenze troppo frequenti tra le strade coinvolte in queste tragedie, nella stragrande maggioranza dei casi arterie di provincia o della periferia cittadina: in due casi il riferimento è Bondeno, in altrettanti Portomaggiore, ma anche il Basso Ferrarese nel complesso è molto presente. Le considerazioni Ciannilli, che ha seguito per anni l’associazione vittime della strada e il caso Coletta, ripropone alcune considerazioni e valutazioni: «Non credo che le nuove misure contenute nel Codice della strada possano incidere in maniera determinante sui decessi da incidenti stradali nella nostra provincia. Si punta molto sulla distrazione e le condizioni di guida (vedi sanzioni sull’uso del cellulare, alcol e drug test, ndr), come qualche tempo fa si metteva l’accento sull’eccessiva velocità. Si tende invece a sottovalutare le condizioni delle strade, che invece incidono». Altra considerazione riguarda appunto l’età delle vittime, «i morti del sabato sera sono ormai azzerati. Bisogna invece cominciare a parlare di sicurezza nei percorsi strada-lavoro. Anni fa - conclude Ciannilli - feci la proposta di uno strumento per avvertire d’incidenti stradali nel raggio di 20 chilometri, sarebbe facile da applicare con gli attuali smartphone».