Pomposa, sparita l’effige della Madonna. Era nel cimitero dell’Abbazia
Protetta da un piccolo cancelletto chiuso a chiave. La possibile risposta nelle telecamere
Pomposa Sparita dal cimitero dell’Abbazia di Pomposa l’effige della Madonna, custodita all’interno di una nicchia muraria, protetta da un piccolo cancelletto chiuso a chiave. La scoperta del furto sacrilego ha lasciato l’amaro in bocca, oltre a tanti interrogativi in coloro che durante il fine settimana, si sono recati in visita ai cari estinti. Tra i parenti dei defunti, anche Sandro Bigoni che, ieri pomeriggio, dopo aver fatto notare la nicchia muraria spoglia, si è lasciato andare ad uno sfogo, che ben interpreta il sentimento comune ai più.
Delusione «Come è possibile che si sia verificato un furto del genere e quali possono essere il motivo o l’interesse a commettere un atto del genere? Non ricordo che in questo piccolo cimitero di Pomposa si siano verificati, prima d’ora, fatti del genere, ma è una cosa grave, perché va oltre il gesto vandalico. Così si manca di rispetto ai morti, ma anche ai simboli religiosi. Voglio sperare che chi si è macchiato di un gesto così sconsiderato, si penta e riporti al suo posto la Madonnina».
In un angolo, nei pressi della cripta da cui è sparita l’effige religiosa, è stato appoggiato un pesante vaso marmoreo, sormontato da decorazioni, ma visibilmente rotto o danneggiato. Non è chiaro se sia stato lasciato da qualcuno in attesa di restauro o se uno o più ladri abbiano tentato, invano, di sottrarlo al cimitero, ma poi abbia o abbiano desistito, in funzione del peso eccessivo. Un aiuto a risalire all’autore o agli autori del furto, potrebbe arrivare dall’occhio elettronico delle videocamere installate tanto nel parcheggio esterno al cimitero, quanto all’entrata e nell’altra area di parcheggio, quella più ampia, situata nei pressi dei chioschi.
L’Abbazia di Pomposa da oltre mille anni è un centro nevralgico di fede, storia e cultura, tramandate sin dall’Alto Medioevo dai monaci benedettini, che contribuirono a fondarla e a renderla punto di riferimento per l’intera cristianità occidentale.
L’intervento Il furto consumato a Pomposa acquista una gravità maggiore, in ragione della storia millenaria del luogo. Sull’incresciosa vicenda interviene anche la sindaca Sabina Alice Zanardi: «il rispetto per i defunti e per i loro parenti è un valore fondamentale: rubare in un cimitero non è solo un gesto incivile, ma un atto profondamente offensivo, che ferisce la memoria di chi non c’è più – osserva la sindaca – e il cuore di chi, con amore e dolore, continua a ricordarlo. Ogni oggetto sottratto, porta con sé un significato affettivo che nessun furto potrà mai giustificare».
Da Sandro Bigoni, uno dei parenti che ieri era in visita ai propri cari al cimitero giunge una segnalazione ulteriore, in quanto risulta che «spesso le porte del cimitero restano aperte oltre l’orario di apertura». Anche in questo caso la sindaca, spiega che «se non viene segnalato che la porta, talvolta, resta aperta, per noi diventa complicato saperlo. Incaricherò gli uffici comunali a compiere le dovute verifiche del caso». l
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