Ferrara, falsi vaccini per il green pass. La procura: «Dottoresse a giudizio»
Il pm ha chiesto il processo per Marcella Gennari e Chiara Compagno
Ferrara Nessuna sorpresa. Il pubblico ministero Ciro Alberto Savino ha chiesto il rinvio a giudizio di Chiara Compagno e Marcella Gennari, le due dottoresse accusate di aver effettuato false vaccinazioni contro il Covid-19 a centinaia di pazienti per far ottenere loro, in modo fraudolento, il green pass necessario durante la fase acuta della pandemia per potere avere accesso a molti luoghi aperti al pubblico e anche ai luoghi di lavoro. La richiesta è avvenuta ieri nel corso dell’udienza preliminare davanti alla giudice Silvia Marini. Lo stesso pm ha dato parere negativo all’istanza di patteggiamento - due anni di reclusione con sospensione condizionale della pena – avanzata dalla difesa di Compagno, assistita dagli avvocati Marco Linguerri e Carlo Taormina (ieri non presente). Accolta invece la proposta per la terza imputata, la figlia della dottoressa Gennari, che le faceva da assistente e segretaria, accusata di aver concorso ai vari reati. Per lei, assistita dall’avvocato Alessandro Valenti del Foro di Bologna, è stato dato l’assenso all’applicazione di una pena al limite dei due anni: un anno, 11 mesi e 25 giorni. Nella prossima udienza, fissata per il 22 gennaio (ovvero mercoledì prossimo) parleranno le difese delle due dottoresse.
Entrambe, oggetto di un’indagine della Guardia di finanza, che effettuò anche delle videoriprese con delle telecamere nascoste, sono accusate di reati molto gravi. A partire dalla corruzione, perché avrebbero accettato il pagamento di compensi da parte dei pazienti per la mancata somministrazione del vaccino e per la successiva certificazione fasulla (e da qui l’accusa di falso) che permise a centinaia di persone di avere il green pass senza averne effettivo diritto. L’accusa di corruzione riguarda in maniera più estesa la dottoressa Gennari (e sua figlia) e in maniera molto più marginale la dottoressa Compagno, alla quale è di fatto contestato un solo episodio che lei giustifica affermando non si trattasse di una dazione di denaro legata alla mancata vaccinazione ma a un’altra, precedente, prestazione del tutto regolare. Sono accusate anche di peculato per aver distrutto e/o sprecato fiale le fiale di vaccino e poi di truffa per aver accettato i compensi straordinari (6 euro a somministrazione) che l’Ausl di Ferrara riconosceva ai medici di medicina generale che partecipavano alla campagna vaccinale. L’azienda sanitaria è parte civile, assistita dall’avvocata Sabrina Di Giampietro, che ha appoggiato la richiesta di rinvio a giudizio. Non si è invece costituito il ministero della Salute. Le due dottoresse hanno dato una spiegazione del loro comportamento rendendo dichiarazioni spontanee (così Gennari) o sottoponendosi all’esame dell’imputato (Compagno) e sostenendo di aver agito a tutela dei loro pazienti e per venire loro incontro viste le titubanze sui vaccini e le pesanti conseguenze che avrebbero dovuto affrontare sotto il punto di vista lavorativo e sociale se non si fossero vaccinati. La difesa di Ferretti ha depositato anche una consulenza “scettica” sui vaccini anti-Covid effettuata dal dottor Alberto Donzelli, medico in pensione oggi consulente dei componenti di Fratelli d’Italia nella Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid.