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Ferrara, medici sul piede di guerra e attacco alla Calamai

Silvia Giatti
Ferrara, medici sul piede di guerra e attacco alla Calamai

Dalle assunzioni all'organizzazione: tanti i punti critici della gestione corrente segnalati

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Ferrara «La carenza di personale che si registra nelle due aziende e il processo di “clinicizzazione” di reparti come l’anestesia, oltre al metodo che viene usato per interfacciarsi con noi, sono fattori che ci preoccupano. Per questo il 31 gennaio speriamo che dalla Regione arrivi un ricambio, come è sempre stato, della direzione generale di Azienda ospedaliera e Ausl». Sindacati della dirigenza medica (Anaao Assomed, Aaroi-Emac, Anpo, Cimo-Fesmed, Fassid, Sinapo/Snr, Fed Cisl medici e Fvm – Sivemp) sul piede di guerra contro la direzione generale di Monica Calmai tanto che ieri, in una conferenza stampa fiume, hanno annunciato oltre al fatto di essersi uniti in una intersindacale che rappresenta la maggioranza (oltre l’80 per cento in Ausl e il 97 per cento al Sant’Anna) dei medici dirigenti (non c’è la Cgil), hanno anche indetto uno sciopero partito lo scorso 8 gennaio. E «che andrà avanti fino a quando non avremo delle risposte concrete», tuona Pierluigi Api, consigliere nazionale e coordinatore provinciale di Anaao-Assomed. Che spiega i tre principi base che, secondo l’intersindacale, giustificano l’agitazione: «Non c’è stata leale collaborazione, trasparenza e nemmeno il rispetto dei ruoli di ciascuno».

Carenza di personale «Non chiediamo soldi ma professionisti», dichiara Api e aggiunge: «Per non parlare poi del problema delle sostituzioni di maternità». E va avanti affermando: «Quello che ci preoccupa di più è che nel 2023, se dopo i nostri reiterati stimoli, si è arrivati ad una programmazione del personale poi non rispettata, per il 2024 non c’è nemmeno un piano che cerchi di risolvere il problema di quasi 40 medici e sei farmacisti che mancano a Cona e circa 20 medici e tre farmacisti in Ausl». A Cento, secondo Api, c’è anche un problema in più: «Su 12 anestesisti previsti ne manca la metà».

Da specialità ospedaliere a quelle universitarie Un altro problema che evidenziano i sindacati è quello del passaggio delle specialità ospedaliere sotto quelle universitarie (la “clinicizzazione”). Fanno un esempio: l’unità operativa complessa di Anestesia e rianimazione passata, a fine anno scorso, sotto Unife. «Come primari siamo molto preoccupati», afferma Roberto Zoppellari di Anpo (il sindacato dei primari), «per noi inoltre la questione è di metodo e di merito».Parlando dell’unità di Anestesia spiega che di fatto «è stata spacchetta e inglobata da diverse specialità universitarie azzerando di fatto la figura del primario». E riportando date e documenti, sul metodo utilizzato dalla direzione generale su questa operazione, afferma: «Prima ci fu detto che il primario sarebbe stato nominato secondo programmazione (luglio 2023), poi a ottobre dello stesso anno c’è stato invece l’accorpamento». E ancora: «Solo due giorni prima del recente Natale ci è stato comunicato che l’unità complessa è ora sotto l’Università». Sul merito poi Zoppellari afferma: «Ci chiediamo come la direzione generale possa affermare che tutti gli obiettivi siano stati raggiunti quando ci mancano quattro persone». «Con questa organizzazione – evidenziano – la sanità ferrarese diventa davvero poco attrattiva per chi vuole far valere la propria professionalità perché sa già che non potrà avanzare nella sua carriera».

Ospedale di Argenta L’Intersindacale è critica sull’avanzamento dei lavori. E lo dichiara per voce di Andrea Besutti. «Con i lavori in Pronto soccorso siamo fermi e la ditta ha lasciato il cantiere. Procedono solo le opere del Pnrr». E ancora: «C’è poi un’incongruenza: siamo un ospedale ortopedico ma c’è una macchina per le risonanze ancora impacchettata».

Carico di lavoro «Ci chiedono tempi strettissimi di valutazione del paziente per smistare le liste d’attesa, e quindi più lavoro, a discapito del fatto che dopo una breve valutazione del paziente non è detto che il problema poi sia risolto», fa presente Giacomo Pietro Caio (Cimo-Fesmed).

Veterinari Anche questa categoria è in agitazione. «Mancano dieci professionisti», dichiara Giandomenico Ferrara di Fvm. E, aggiunge: «Le nuove assunzioni di fatto non copriranno i nuovi pensionamenti che stanno arrivando e il trasferimento di un professionista».