Ferrara, pensionate e lavoratrici diventano sarte per passione e solidarietà
Alla Piccola scuola diciannove donne imparano a cucire aiutando i bisognosi
Ferrara Dopo aver fatto l’anestesista in diversi ospedali, Maria Lia Nipoti andata in pensione ha scoperto il piacere del cucito; come Giulia Michetti che invece ha lavorato all’Università di Ferrara o ancora come Marina Sabbioni che è stata dirigente alle Poste Italiane in alcun uffici della città. All’elenco si aggiungono anche mamma Osanna in pensione e sua figlia Letizia che invece lavora e ancora Silvie Mouwe Tchuaten del Camerun, Maria Chiara Deponti casalinga e Patrizia, Claudia, Letizia e tante altre fino a formare un gruppo di 19 donne che dal 15 ottobre frequentano anche se non tutte assiduamente a causa di impegni personali, la Piccola Scuola di Sartoria gratuita presso la Parrocchia di S. Francesca Romana in via XX Settembre. I corsi si tengono il lunedì, martedì e giovedì dalle 9 alle 12 e l’insegnante è Rita Giberti.
Se le aspiranti sarte appartengono a mondi completamente diversi, il curriculum di Rita è unico, in quanto ebbe l’opportunità di lavorare per marchi e stilisti prestigiosi come Ferrè, Marzotto e Coin, Antonio Marras e Loro Piana in Val Sesia. E se le motivazioni dello statuto che si sono date e che hanno spinto queste signore a seguirla durante le lezioni sono «perché vogliamo riuscire ad imparare, a riparare o modificare da sole un abito – perché anche se nel poco crescerà la nostra autostima – perché possiamo farlo in compagnia – e perché nei lavori collettivi, aiutando gli altri, diamo un significato al nostro lavoro»; Rita ha completato questo loro impegno con l’aspetto sociale. «Oltre a realizzare indumenti personali – spiega – le mie allieve si sono rese disponibili per collaborare con associazioni di volontariato come siamo noi, che si occupano di ragazze madri come fa il Servizio accoglienza alla vita per le quali confezioniamo fino a 150 lenzuolini per le culle ed i lettini che vengono loro regalati, oppure per Vola nel cuore che va in pediatria con i clown per divertire i bambini e per i quali noi cuciamo gli allegri costumi da pagliaccio. Abbiamo ricavato da ritagli di stoffa che ci hanno regalato una cinquantina di borse per Biblù che si occupa della biblioteca sempre nel reparto pediatrico, per metterci dentro libri e materiale di cancelleria. Infine per il parroco don Andrea che ci ospita, abbiamo preparato i vestitini bianchi che si mettono sul battezzando oppure una sessantina di tuniche per chi fa la prima comunione. Attività che ci gratificano perché sappiamo finalizzate ad un bene comune e per questo ringrazio tutte le mie allieve senza le quali non avremmo fatto nulla».