Indagine sui macachi dell'Università di Ferrara, gli animalisti: «Sequestrateli»
La richiesta di Animal Liberation e Limav alla Procura dopo l'apertura del fascicolo per ipotesi di maltrattamento. Orazio sarebbe stato soppresso
Ferrara Chiedere il sequestro preventivo di tutti i macachi detenuti dall’Università di Ferrara. È la richiesta formalizzata una decina di giorni fa dalle associazioni animaliste Animal Liberation e Limav Italia, per il tramite dell’avvocato David Zanforlin, al sostituto procuratore Andrea Maggioni, titolare del fascicolo d’indagine aperto nel 2021 per l’ipotesi di maltrattamento di animali. L’indagine, lo ricordiamo, è partita proprio dopo un esposto presentato dalle due associazioni animaliste.
La richiesta di sequestro preventivo ha l’obiettivo di fermare il (presunto) maltrattamento degli animali. Deriva, da quanto si è potuto apprendere, dall’esito di un confronto tra consulenti tecnici sullo stato in cui si trovano i macachi, effettuato dopo una nuova consulenza affidata dalla Procura al veterinario Enrico Chisari, già tra i consulenti anche in un caso molto noto a livello nazionale, quello dell’allevamento di cani beagle per la sperimentazione, il “Green Hill” di Montichiari, in provincia di Brescia. Anche l’avvocato ferrarese Zanforlin è legato a quel caso (concluso definitivamente con varie condanne), essendo nato da un suo esposto il sequestro dei circa 3mila cani detenuti.
Tra le novità emerse in questi mesi sulla vicenda c’è quella della soppressione di uno dei macachi di Unife più famosi, quello chiamato Orazio, peraltro l’unico che risulta essere stato soggetto a sperimentazioni autorizzate negli ultimi anni. Orazio sembra essere stato soppresso già nell’estate del 2023, senza che ciò fosse ancora emerso. L’ultima ricerca che lo ha visto coinvolto risulta essere stata conclusa nell’estate del 2022. Ne rimangono dunque cinque, nati tra il 1999 e il 2011: Clarabella (la più vecchia), Archimede, Eddy, Cleopatra e Cesare. Nessuno di questi sarebbe coinvolto da ormai dieci anni in progetti di ricerca ed è sul loro stato di detenzione che l’indagine si concentra. Questo perché, non essendo usati per la sperimentazione (che costituirebbe una causa scriminante), dovrebbero essere custoditi in condizioni più “libere” e più rispondenti alla loro etologia e predisposizione sociale, cosa che non avverrebbe.
La procura aveva iscritto nel registro degli indagati l’attuale rettrice Laura Ramaciotti, il suo predecessore Giorgio Zauli, il professor Luciano Fadiga e il veterinario Ludovico Scenna, componente dell’Organismo preposto al benessere animale dell’Università di Ferrara. Ramaciotti – assistita dall’avvocato Marco Linguerri – era stata sentita dal pm nel novembre del 2023.