Lupi avvistati a Mezzogoro: “Mi hanno attraversato la strada”
Linee guida: “È necessario ignorarli, temono la figura umana. Vietato spargere veleno, è reato”
Mezzogoro Si moltiplicano tra le campagne del Basso Ferrerese gli avvistamenti di lupi e l’ultimo risale alcuni giorni fa in località Vittoria a Mezzogoro. Secondo la testimonianza di un residente, «attorno alle 9, mi hanno attraversato la strada in via Vittoria, andando verso Le Contane – racconta Mauro Brandolini – e si sono buttati giù dall’argine della strada, scappando poi verso una zona di sterpaglie e canneti, che affiancano una risaia. È la prima volta che vedo lupi in questa zona». Il passaparola si è propagato rapidamente dai bar e dalle piazze, per trasferirsi sul web, dove altri, tra gli abitanti di Mezzogoro, Ariano Ferrarese e Jolanda di Savoia, hanno ammesso di aver visto lupi circolare, anche di sera, in aperta campagna e in zone adiacenti a caseggiati sparsi, ma sempre nell’area indicata da Brandolini.
Proprio in questi giorni, anche il Coordinamento tutela Diritti animali di Rovigo, in accordo con la Polizia provinciale e il servizio veterinario dell’Ausl di Rovigo, ha diramato un comunicato stampa per smorzare sul nascere ogni forma di allarmismo che potrebbe scaturire alla luce dei continui avvistamenti. Citando la Legge 394/199 – che vieta la cattura, l’uccisione, il danneggiamento o il disturbo delle specie animali nei parchi naturali – il documento diffuso dall’associazione, diretta da Gabriella Gibin, puntualizza che «il nostro territorio è ricco di prede naturali e il lupo è molto diffidente nei confronti dell’uomo, a meno che non sia l’uomo stesso a comportarsi scorrettamente con comportamenti inopportuni». Attorno alla questione avvistamenti interviene anche Massimiliano Costa, direttore dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità Delta del Po, con il preciso intento di fare chiarezza, una volta per tutte, sul comportamento da tenersi. «Nel caso di avvistamento di lupi è necessario ignorarli: le probabilità maggiori – spiega Costa – sono in auto, minori in bici e remote a piedi, perché i lupi temono moltissimo (come tutti gli animali) la figura umana e solitamente se ne vanno in fretta, prima che riusciamo a vederli. Sono, invece, più abituati a vedere mezzi meccanici, (soprattutto trattori e simili), perché li identificano come grandi elementi mobili, ma innocui, del paesaggio agrario. Alla vista eventuale di lupi – prosegue il direttore dell’ente Parco –, occorre proseguire con le proprie attività o itinerari, senza fuggire, senza avvicinarsi e senza alcuna preoccupazione. Cautele, invece, sono necessarie, soprattutto nei periodi di maggior probabilità di presenza degli esemplari erratici (da settembre a marzo) nei confronti di animali domestici di dimensioni medio-piccole, inclusi gli animali d’affezione, quali cani e gatti, che per i lupi sono normale cibo».
Per la miglior tutela dei nostri animali, è quindi indispensabile ricoverare polli, animali da cortile ed ovini, rispettivamente in pollai e ovili al chiuso, mentre cani e gatti vanno custoditi in casa. È assolutamente vietato spargere veleno attorno ad abitazioni o a recinti, in quanto si tratta di un reato perseguibile penalmente, per i rischi che possono derivare anche alla pubblica incolumità. Un boccone avvelenato potrebbe essere ingerito pure dagli stessi animali domestici, oggetto della nostra tutela o, peggio ancora, essere intercettati ed ingoiati pericolosamente da bambini. Pochi sanno che la presenza dei lupi in pianura costituisce anche un vantaggio per la salvaguardia degli argini fluviali scavati, danneggiati e distrutti dalle nutrie. «I lupi sono alleati straordinari nel controllo di questa specie esotica e problematica e possiamo, con margine di errore, stimare che una famiglia – osserva Costa –, mangi circa 2.000 nutrie ogni anno. Una stima numerica è difficile, perché, se sappiamo esattamente quanti sono quelli dei tre gruppi stabili nel Parco (due a Ferrara e uno a Ravenna), è complicato capire dove vadano quelli erratici ogni anno. È ragionevole pensare a una trentina di animali in tutto, di cui due terzi a Ferrara e il resto a Ravenna, nel territorio del Parco».