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Dopo l’ok di Arpae

Biometano Gaibanella, gli abitanti: «Il paese non può reggere»

Marco Nagliati
Biometano Gaibanella, gli abitanti: «Il paese non può reggere»

Il comitato civico: «Lì vicino case, aziende e una biogas»

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Gaibanella Si va al Tar. Toccherà al Tribunale amministrativo regionale, come annunciato qualche giorno fa, sbrogliare una matassa sempre più intricata sulla nuova centrale biometano di Gaibanella, dopo l’annuncio del sindaco Alan Fabbri che segue il “no” del Consiglio comunale e il successivo via libera da parte di Arpa. Fabbri, è il “recap”, trovava «assurda e delegittimante una legge che permetta di andare in deroga a un parere unanime del Consiglio Comunale. Ci stiamo già attivando per fare ricorso al Tar. Lo scorso 2 dicembre il Consiglio Comunale aveva compiuto un atto di grande responsabilità, votando contro il permesso di costruire in deroga per l'edificazione di un secondo impianto a Gaibanella. Già come Giunta, a ottobre, avevamo espresso il parere negativo, parere poi stato confermato dai consiglieri di maggioranza e minoranza a dicembre». Ieri è intervenuta anche Danila Ori, portavoce del gruppo “Gaibanella vuole respirare”. «Arpae si occupa della prevenzione e della protezione dell’ambiente affiancando le istituzioni regionali e locali in molteplice attività: la lotta all’inquinamento atmosferico e acustico, gli interventi per la tutela delle acque; interviene gratuitamente nei casi di controllo e vigilanza della salute dell’ambiente eseguiti a tutela del pubblico interesse. Peccato che ancora una volta -è l’opinione dell’esponente civico - abbia perso l’occasione di svolgere il proprio ruolo a tutela dei cittadini, rilasciando l’autorizzazione a costruire la centrale di biometano Biofe a Gaibanella nonostante il Consiglio comunale abbia votato unanimemente contro il permesso di costruire in deroga».

Secondo l’esponente dei residenti «sarebbe stato sufficiente un sopralluogo di un tecnico per capire che la borgata non può reggere una seconda centrale, dato che nel giro di 400 metri sorgono una concentrazione di aziende, più una centrale biogas, frigo Mazzoni cooperativa Veba e ben due impianti fotovoltaici. Fin dall’inizio della procedura di autorizzazione si è evidenziato che uno dei maggiori problemi legati alla realizzazione dell’impianto era la sua eccessiva vicinanza all’abitato: una trentina di case. Sull’inquinamento non siamo tranquilli anche se Arpae sostiene di aver rispettato la legge. È questa la “pubblica utilità” tanto sbandierata?». La Ori poi aggiunge: «Ci risulta che il proprietario del terreno abbia la possibilità di costruire la centrale in un luogo più idoneo, visto che possiede terreni lontani dalle case. Ma ha scelto Gaibanella, forse perché così risparmia sui costi per l’allacciamento alla rete».