Cambio di gestione per il Leon d’Oro di Ferrara: ecco chi ha rilevato l’attività
La nuova società ha avuto il via libera. Lavori di ammodernamento e poi la riapertura
Ferrara Solo un articolo determinativo differenzia il vecchio dal nuovo. “Il Leon d’oro” Srl da “Leon d’Oro” Srl. La gestione dello storico bar del centro di Ferrara ha già un’erede, ovvero la società costituita dall’imprenditore copparese Alessio Pavani pochissimi giorni fa, il 14 gennaio e che martedì ha già ricevuto l’ok della Giunta comunale per il trasferimento della concessione dei locali di proprietà del municipio. Il notissimo bar, pasticceria e ristorante che affaccia su piazza della Cattedrale, piazza del Municipio e su via Cortevecchia si appresta dunque al definitivo passaggio di mano, dopo oltre cinquant’anni di gestione della famiglia Paganelli, che avviarono l’attività nel 1972. Già a ottobre era emersa la volontà di cedere l’attività e godersi la pensione e nel giro di pochi mesi tutto sembra essersi realizzato. Il locale è al momento chiuso e dei teli opachi nascondono degli evidenti lavori di ammodernamento degli interni.
Pavani – imprenditore nel settore della ristorazione già noto per Al Cavaliere Uliva, Abate Ghiotto e I Laghetti – ha ottenuto per il suo “Il Leon d’Oro” il via libera per subentrare nel contratto di concessione della porzione di immobile di via Cortevecchia, di proprietà del Comune, facendo parte del complesso di Palazzo Ducale.
Dalla delibera di Giunta emerge che l’affitto, aggiornato agli ultimi parametri Istat, avrà un costo annuo di oltre 50mila euro e dovrà versare un deposito cauzionale di oltre 12mila euro (pari a tre mensilità) nonché stipulare un’assicurazione danni a garanzia dell’immobile, che è sottoposto a vincolo.
Il Leon d’Oro è divenuto nel tempo più di un semplice bar, trasformandosi quasi in un luogo-istituzione tra i più frequentati e trafficati di Ferrara, soprattutto al mattino per le colazioni e le innumerevoli tazzine di caffè. Il suo nuovo corso indica sicuramente la fine di un’epoca – quella sotto lo sguardo della famiglia Paganelli – ma anche la continuità di un posto pienamente ferrarese che rimane di Ferrara.