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Tassa di soggiorno a Ferrara, rincaro del 53%. Gli hotel: «Siamo insoddisfatti»

Stefano Ciervo
Tassa di soggiorno a Ferrara, rincaro del 53%. Gli hotel: «Siamo insoddisfatti»

Annuncio a sorpresa del Comune, da aprile 2,30 euro a notte di media

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Ferrara L’imposta di soggiorno in città aumenterà da 1,50 a 2,30 euro a notte di media (+53%), a partire da aprile. L’orientamento del Comune è stato comunicato l’altro giorno alle associazioni degli esercenti turistici nel corso di una riunione convocata dall’assessore Matteo Fornasini, ed ha colto completamente di sorpresa gli operatori: «Pur comprendendo la necessità di far quadrare i conti esprimo insoddisfazione perché tali problematiche e di tale portata era necessario parlarne con maggiore anticipo» sottolinea Zeno Govoni, presidente provinciale di Federalberghi. A quanto è stato comunicato, non ci sono però molti margini, perché l’amministrazione comunale intende introitare 430mila euro da questa voce e la presentazione del bilancio municipale è ormai prossima.

«Gli incrementi dei costi certamente non ci rendono felici anche se Ferrara rimarrebbe a livelli più bassi rispetto ad alcune realtà cittadine paragonabili - prova a ragionare Marco Amelio, presidente provinciale Confcommercio - È necessario lavorare in maniera coordinata per ottimizzare al massimo i rendimenti dei trecento eventi che si realizzeranno nel capoluogo nel 2025. Proponiamo inoltre di rivedere il sistema complessivo attuale delle esenzioni compresa la MyFeCard. Il nostro obiettivo è quello di trovare un ragionevole punto di caduta con l’amministrazione comunale, con l’obiettivo condiviso di promuovere il sistema turistico nel suo insieme».

A suscitare perplessità è tra l’altro l’intenzione di esentare i soggiorni che superano le 5 notti, con l’intento di favorire chi resta a lungo in città, «ma non si tratta di solito di turisti, bensì di clientela business che ha modo di scaricare questo tipo di spese. L’impatto dell’aumento sui turisti è ben diverso» annota ancora Govoni. Il presidente di Federalberghi sottolinea come non si tenga conto di nuove forme di ospitalità, «appartamenti seppur di lusso godono di tariffe inferiori rispetto a strutture alberghiere di categoria superiore, creando una disparità tra operatori. La proposta è di spostare l’entrata in vigore delle nuove tariffe a giugno 2025 con due ulteriori indicazioni propositive: da un lato destinare alle strutture ricettive un contributo forfettario dell’imposta per coprire i costi di riscossione dell’imposta (commissioni bancarie, ore di lavoro...) e dall’altro intervenire sempre sul nostro comparto con una percentuale dell’introito annuo da investire in progetti di sostenibilità e d’innovazione tecnologica e software».

Per Matteo Musacci, presidente provinciale di Fipe Confcommercio, cioè la parte della filiera turistica che coinvolge la ristorazione, «Ferrara non soffre di certo di fenomeni di overturism ed in questo senso dobbiamo lavorare tutti insieme per raggiungere e magari superare l’obiettivo delle 500mila presenze». Davide Urban, che in veste di consigliere di Ferrara Arte anche di recente ha “battuto” sul traguardo del mezzo milione di presenze 2025, ribadisce da direttore di Confcommercio Ferrara che resta «fondamentale continuare ad investire sulla promozione del turismo per la città d’arte e cultura».