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L'allarme

Cento, ragazzi a scuola coi coltelli e i genitori si ribellano

Marcello Pulidori
Cento, ragazzi a scuola coi coltelli e i genitori si ribellano<br type="_moz" />

Allarme sicurezza in una scuola media. C’è anche chi ha bruciato un piccione, ma gli episodi di bullismo e maleducazione aumentano e si chiede una decisa mobilitazione delle famiglie

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Cento Quanti incontri nelle scuole per parlare di bullismo e dinamiche annesse. Eppure siamo ben lontani dall’aver anche solo affrontato con qualche risultato il problema. La conferma, questa volta, arriva dal territorio di Cento dove è una mamma (a nome anche di altri genitori) a sentirsi in dovere di rendere pubblici certi fatti. Siamo in una scuola media. Evidentemente in questa madre l’insofferenza rispetto a certe problematiche ha avuto la meglio sulle altre riflessioni. Da qui il racconto.

Lo sfogo «La mia è anche una richiesta di aiuto, di collaborazione per cercare di risolvere un problema che ritengo molto grave. Vorrei porre l’attenzione su quello che troppo spesso avviene nelle nostre scuole. La situazione è particolarmente allo sbando. Nelle scuole medie, io credo in molte purtroppo, ci sono coltelli in classe, manca la sorveglianza nell’uso improprio dei telefoni, che da legge sono proibiti e dovrebbero portare all’allontanamento dell’alunno dall’aula. E questi sono solo alcuni dei temi che vorrei esporre». «Per non parlare – dice ancora la donna – di ragazzi che fumano in classe o nei bagni, di schiaffi, offese e bottiglie sbattute in testa, post di foto durante le lezioni, tutto questo per mancanza di sorveglianza nei corridoi e direttamente nelle aule, dove evidentemente professori esasperati dai comportamenti eccessivi degli alunni non riescono a gestire queste situazioni. E bisognerebbe parlare anche di una generazione di genitori omertosi quanto i figli che davanti a fatti evidenti alzano spalle e negano di aver visto o sentito. Per non parlare di atti di bullismo o di animali che vengono bruciati sui davanzali della finestra, soldi od oggetti personali rubati o manomessi, e potrei continuare».

Certo, si potrebbe obiettare, le insegnanti non possono trasformarsi in sceriffi delle aule, anche se, come più volte è stato affermato, il ruolo della scuola e i compiti formativi di questa istituzione negli ultimi anni sono andati sempre più scadendo. Possibile ad esempio – dice testualmente questa madre – «che il sindaco e le varie dirigenze non riescano più a fare un controllo e applicare la giusta autorità in questi luoghi che dovrebbero salvaguardare i nostri figli e prepararli a un futuro già fin troppo difficile in questo mondo che abbiamo creato?». Infine, la conclusione della donna: «E si deve anche parlare del giro di droga molto forte sul territorio e di episodi di violenza all’ordine del giorno, risse, ubriachi, ragazzi avvicinati da individui che istigano allo scontro, per poi fare degenerare il tutto estraendo un coltello per spaventare. Già diversi genitori si sono rivolti alle forze dell’ordine: allora mi chiedo se è possibile, tutti assieme, arrivare a migliorare questo stato di cose».