Tassa di soggiorno, cresce lo sconcerto tra gli albergatori: «Rincaro pesante e inaccettabile»
Dall’1 aprile un euro in più in molte strutture con la stagione già avviata. I soldi introitati dal Comune "finanzieranno 300 eventi nel 2025, ma solo una decina hanno valenza turistica"
Ferrara Chat roventi tra albergatori e operatori turistici in generale, dopo che il Comune ha reso noto l’intenzione di rincarare circa il 50% l’imposta di soggiorno, già a partire dall’1 aprile. L’opposizione a questa misura, per l’entità dell’aumento e soprattutto per le modalità, a ridosso della nuova stagione, ha messo d’accordo tutte le associazioni di categoria, spesso su sponde opposte nei confronti del Comune.
«Una decisione inqualificabile per entità e tempistica - la bolla Nicola Scolamacchia, gestore dell’Hotel Astra e presidente di Confesercenti - Siamo stati convocati giovedì al tavolo sull’imposta di soggiorno, con un ordine del giorno generico. Notare che il tavolo si era riunito nel novembre scorso per fare il punto sui primi nove mesi dell’anno, senza accennare a null’altro. Giovedì invece ci siamo trovati di fronte l’assessore Fornasini che ha comunicato l’aumento, di 1 euro per molte strutture, con valutazioni che sottostimano ampiamente la portata di una misura del genere». Un hotel come l’Astra, a quattro stelle, si troverà a passare da 2,50 a 3,50 euro a notte per persona, «il turista individuale può ancora passarci sopra, ma una famiglia che passa più notti comincia a notarlo, un aumento del genere. E pensiamo ai gruppi - va avanti Scolamacchia - I tour operator che ragionano a 40 persone alla volta, si ritrovano a calcolare un aumento significativo, nell’ordine delle migliaia di euro, e non è che Ferrara abbia l’esclusiva delle città d’arte, anzi questo turismo è molto “contendibile” e può virare altrove. Non è vero, come sostiene l’assessore, che un aumento di un euro non incide». A Bologna l’imposta minima è stata appena portata a 4 euro, a Ravenna e Modena i “quattro stelle” ne raccolgono ancora 3.
C’è poi la tempistica: «Se l’aumento andrà in vigore da aprile, come ci è stato detto (già martedì in giunta, con tutte le tabelle, ndr), saremmo tenuti a contattare i clienti e i tour operator, che naturalmente hanno programmato dall’estate scorsa o al massimo da settembre, per informarli della novità. Se è vero - argomenta l’albergatore - che l’imposta era ferma da dieci anni, avremmo dovuto essere coinvolti da diversi mesi: a gennaio si può ragionare sull’orizzonte 2026».
L’ultima annotazione, non la meno pesante, riguarda la gestione dei soldi introitati, circa 430mila euro sul bilancio 2025 del Comune. «Fornasini ha sottolineato la necessità di finanziare 300 eventi nell’anno, dei quali peraltro solo una decina hanno valenza turistica, a causa dell’aumento complessivo dei costi. Ma l’Incendio del Castello costa da solo 200mila euro e non abbiamo ancora certezze su quest’anno: se si fa è un conto - conclude Scolamacchia - sennò tutto un altro, e quei soldi si possono scontare sull’imposta. Inoltre è il caso di ridurre le esenzioni e impegnarsi sul fronte della concorrenza sleale: si ragiona ufficialmente su 450 strutture ricettive a Ferrara, ma basta andare sul web per scoprirne almeno 600. Chi non compare non paga l’imposta e ostacola le riduzioni per tutti. Siamo disposti a fare sacrifici, tanto più se quella dell’Imposta di soggiorno non sarà l’unico aumento per far quadrare il bilancio comunale, ma chiediamo di essere coinvolti: che margini di discussione ci possono essere se martedì la delibera dev’essere approvata dalla giunta?».