La Nuova Ferrara

Ferrara

Imprenditoria e cultura

Ristoro Schifanoia a Ferrara, il titolare: «È il luogo dell’anima»

Margherita Goberti
Ristoro Schifanoia a Ferrara, il titolare: «È il luogo dell’anima»

Il locale curato da Simone Bavia fu protagonista del libro “How to be both” di Ali Smith. «Creato un luogo speciale ora conosciuto in tutto il mondo attraverso tanti sacrifici»

3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Scendendo dallo scalone di Palazzo Schifanoia si entra nel “Giardino dell’Amore”, un ampio spazio verde oggi completamente restaurato e perciò molto accogliente, dove si respira un’atmosfera particolarmente onirica. Sensazioni che Simone Bavia è riuscito a creare in quasi trent’anni di presenza accanto allo storico monumento, lavorando come esercente.

«L’ho amato fin da bambino – ricorda – quando grazie ai guardiani che mi lasciavano entrare e giocare, ho sentito un amore verso questo luogo dove ho poi sperato di potermi in qualche modo inserire. Così con sacrifici notevoli di ho creato questo punto ristoro per dare prestigio alla città, per me ma soprattutto per gli altri, specialmente per i visitatori che vorrei tanto ne se andassero arricchiti nell’anima. Ho tanto creduto che un giorno si sarebbe accesa una luce ed oggi posso dire di esserci riuscito, per le testimonianze di tanti che avvertono questi miei messaggi».

La palazzina infatti dopo essere stata dimessa da laboratorio di chimica, è rimasta in stato di abbandono per molto tempo finché è intervenuto Simone arricchendola seguendo le proprie passioni artistiche ispirandosi al filosofo Gurdjieff che sente dentro si sé. Alle pareti ecco una ventina di quadri quasi tutti dipinti da lui, richiesti da diversi galleristi ma da cui non può separarsi, fotografie, oggetti fra i più disparati, persino mobili che ha costruito personalmente.

«Gurdjieff dice che l’essere umano è una macchina soggetta a fattori esterni e sociali – prosegue – ed infatti questo mio punto ristoro per me non rappresenta una realtà commerciale ma quasi il luogo dell’anima e non quello freddo del museo, dove il visitatore possa provare un’emozione, interagisca con gli oggetti perché ho creato un ambiente che è un’armonizzazione fra antico ed il nuovo.

Un piccolo mondo oppure un luogo fuori dal mondo per destarsi dal sonno dell’indifferenza. Offro ai turisti la musica vera, quella classica, che conosco molto bene perché sono anch’io un pianista, la voce ineguagliabile di Maria Callas e quando qualcuno percepisce queste suggestioni sono felice. La più grande gioia comunque me la diede un visitatore che casualmente diede origine ad un’esperienza indimenticabile per la mia vita». Accadde infatti un giorno che un turista reggendo fra le mani il libro “How to be both” di Ali Smith si avvicinò al punto ristoro facendo conoscere a Simone quello che la scrittrice aveva immortalato nelle pagine del suo romanzo dove da sfondo facevano il Palazzo Schifanoia ed il suo punto di ristoro. Simone dopo alcune ricerche riuscì a mettersi in contatto con Ali Smith che ritornò a Ferrara per incontrarlo.

«Era il 2015 e da quel libro iniziò uno straordinario tour letterario che fece conoscere in tutto il mondo Schifanoia ed il mio punto ristoro – ricorda Simone – perché Ali Smith presentò il libro addirittura alla National Gallery di Londra. Mi disse “Ho visitato tanti luoghi del mondo, ma non ne ho mai visto uno come il tuo”. L’essere umano dà importanza al fatto che l’anima è dentro di noi senza considerare che è anche fuori come è il giardino dove puoi vedere il succedersi delle stagioni. Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto in questo mio percorso quasi trentennale e mi auguro che venga sempre visitato come un luogo dell’anima e dell’arte».