Ferrara, madre e figlio morti nel camper: il giudice archivia l’indagine
È probabile l’ipotesi di omicidio-suicidio dettato dalla disperazione
Ferrara Le nuove indagini richieste non sarebbero utili a definire nuovi profili di responsabilità penale. Il giudice delle indagini preliminari ha accolto la richiesta di archiviazione dell’indagine sui decessi di Mirella Graziosi (88 anni) e Stefano Cavalieri (61), madre e figlio deceduti nel rogo del camper avvenuto poco meno di un anno fa, il 6 febbraio 2024, nel parcheggio del negozio Decathlon di via Ferraresi.
A opporsi all’archiviazione e chiedere nuove indagini era stata Simonetta Cavalieri, figlia della signora Graziosi e sorella di Stefano, che ha sempre ritenuto che il fratello sia stato indotto al suicidio da parte della sua ex compagna. Una ipotesi esplorata dalla Procura – titolare del fascicolo era la sostituta procuratrice Ombretta Volta – che però non ha ravvisato fosse effettivamente sussistente. Nell’atto di opposizione all’archiviazione, presentato dall’avvocato Alessandro Sulsenti, era contenuta la richiesta di approfondire alcuni aspetti, partendo dall’acquisizione dei tabulati telefonici e dalle testimonianze di alcune persone. Il giudice ha ritenuto che non fossero utili dal punto di vista della ricostruzione delle responsabilità penali. Esclusa dunque la responsabilità di terze persona, rimane la tragedia dettata probabilmente da uno stato di disperazione da parte di Cavalieri, che da diversi giorni viveva sostanzialmente nel suo camper, visto in diversi parcheggi tra Veneto e Ferrara, dopo il forte deterioramento della relazione con la sua (ex) compagna, la quale era invece rimasta a vivere nell’abitazione di Occhiobello che lui e la madre avevano preso in affitto.
Cavalieri era stato denunciato dalla donna per maltrattamenti e si era attivata nei suoi confronti anche la procedura di “codice rosso”. Anche nell’ultima sua visita nella casa, avvenuta per permettere all’anziana madre di lavarsi, da quanto si è potuto ricostruire, Cavalieri e la ex compagna hanno avuto modo di interloquire: lei, sentendosi in pericolo, ha chiamato i carabinieri, lui le ha detto che se non fosse andata via si sarebbe tolto la vita. A testimonianza di quanto il rapporto fosse deteriorato e instradato su una via tortuosa, vi è anche il fatto che Cavalieri negli ultimi tempi aveva deciso di portare con sé la madre, che dunque viveva con lui nel piccolo camper. Una situazione di certo non agevole e confortevole, vista anche l’età della signora e i suoi problemi di salute.
Il 6 febbraio dello scorso anno la consumazione della tragedia. Le fiamme si sono sviluppate all’interno del camper, con madre e figlio intrappolati all’interno, fino anche all’esplosione. Secondo la difficile ricostruzione effettuata dagli investigatori specializzati dei vigili del fuoco, è probabile – anche se non certo – che si sia trattato di un gesto volontario da parte di Cavalieri: all’interno del camper vi erano due bombole di Gpl, entrambe aperte, che non avevano motivo di essere lì. Poco si sa sull’innesco vero e proprio vista la totale distruzione generatasi con l’incendio e l’esplosione.