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Aguscello, i residenti: «Siamo ostaggi dei cantieri»

Annarita Bova
Aguscello, i residenti: «Siamo ostaggi dei cantieri»

Rabbia nella piccola frazione di Ferrara per i forti disagi patiti a causa dei lavori 

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i Annarita Bova

Aguscello «Sono riusciti a chiuderci dentro. Da via Boccale per arrivare a Ferrara dobbiamo passare da via Prato delle Donne (che è ridotta a colabrodo) e fare il giro da Gaibanella o Gorgo». La rabbia nella piccola frazione di Aguscello, ancora una volta, è tanta. «Via Boccale è stata chiusa senza informare i residenti e non ci sono i cartelli avvisatori all’incrocio di via Ricciarelli con via Comacchio (ultimo svincolo dove si può prendere un percorso alternativo, pur molto più lungo) – lamenta Riccardo Cavicchi -. Tra l’altro con altri due cantieri ed interruzioni sulle strade di accesso alternative. Va bene che siamo una frazione e che in via Boccale ci sono 10 case ma credo che il rispetto sia dovuto». I disagi «non sono solo per chi abita in quella via – fanno presente altri residenti -. Noi per esempio abbiamo i figli che vanno a scuola a Cona e dobbiamo comunque fare un giro molto più lungo. Anche perché, ed è il caso di ricordarlo, via del Parco è ancora chiusa dopo mesi».

I lavori in corso riguardano manutenzione straordinaria del canale «e questa è comunque un’ottima notizia per gli argini, da tempo malandati, o per la pulizia. Sinceramente ben venga così evitiamo di avere via Ricciarelli allagata». La chiusura della strada è stata in qualche modo obbligata e il senso unico alternato non possibile. In via Boccale, nel tratto interessato dai lavori, non ci sono marciapiedi a margine carreggiata ed è invece presente percorso cicloturistico che porta fino in via Canal Spino e quindi al ponte che collega la via con l’area che immette all’ospedale s. Anna. Il transito dei mezzi, con i lavori in corso, potrebbe diventare troppo pericoloso e da qui l’ordinanza di chiusura totale.

«Diciamo le cose come stanno – aggiungono da via Boccale -: da anni in via Spino si è aperta una voragine, già segnalata anche dalla Nuova Ferrara più volte, che fa spavento. Nessuno ci lavora, nessuno interviene. Cosa ha fatto il Comune? Ha chiuso anche quel tratto di strada ormai da tempo immemore. Dicono che la responsabilità sia di un provato, ma la via è pubblica ed è, oltretutto, un percorso cicloturistico. Alla sera è buio pesto, non esiste pubblica illuminazione ed è molto, molto pericolosa per chi passa a pedi e in bicicletta. Se solo qualcuno si fosse preoccupato di sistemarla, avremmo un perfetto percorso alternativo sia per l’ospedale che per via Comacchio. Invece dobbiamo fare il giro del mondo».

 

«Come portavoce del Comitato – conclude Cora Talmelli -, ritengo che la decisione improvvisa di chiudere la strada di via Boccale, sia un atto di maleducazione istituzionale verso la nostra comunità che tra l’altro ha ancora diverse richieste inascoltate – trasporto pubblico e videosorveglianza in primis. Quando si crea la necessità di effettuare interventi importanti che vanno ad impattare così tanto sulla vita delle persone (si parla di un’interruzione che può arrivare fino a 6 mesi), è necessario muoversi per tempo, interpellare, caricare il disagio più grosso sul soggetto pubblico e non sui cittadini. Basterebbe che l’amministratore battesse un colpo e forse si accetterebbero le decisioni in maniera più consapevole, sentendoci meno abbandonati a noi stessi». Infine, «è un problema non da poco arrivare anche per i soccorsi. La via Prato delle Donne non ha buche, ma vere e proprie voragini. Ci chiediamo come sia possibile arrivare ad aprire un cantiere senza prima pensare di risolverne un altro e permettere così ai cittadini di non vivere in perenne disagio e affanno».