Studia a Cento e vive a Pieve, niente aiuto psicologico per la studentessa
L’alunna di Pieve a Cento non può usare lo Spazio Giovani. Il padre: «Un solo chilometro impedisce gli aiuti a mia figlia»
Cento Abitare a Pieve, appena di là da un ponte, a volte può creare disagi. Se a pagarli è una ragazza che ha bisogno di un servizio prezioso allora forse sarebbe il caso di a risolvere l’intoppo burocratico. A scriverci una lunga lettera è un operaio 56enne con due figli, uno iscritto all’Università e la ragazza frequentante le superiori a Cento. «Non è un disservizio molto grave, ma va a sommarsi ai tanti altri che sono sempre più evidenti negli ultimi anni. Sono anche perfettamente consapevole che comunque, in Emilia Romagna, la sanità è migliore che in altre regioni d’Italia, frase che i politici e dirigenti non si stancano di ripetere… Abito a 15 minuti a piedi dalla scuola di mia figlia, ma la provincia è Bologna, non Ferrara. Da un po’ di tempo mia figlia soffre di un disagio psicologico, nulla di serio spero, disagio probabilmente comune a molti giovani della sua età cresciuti in tempo di Covid e per questo si è rivolta allo psicologo presente a scuola per farsi aiutare; persona molto disponibile e preparata ma che non può, per ovvie ragioni di tempo e per come è strutturato il servizio di sportello scolastico, seguire in modo adeguato tutti i ragazzi che si rivolgono a lui. Dopo alcuni colloqui con la ragazza, avvenuti fra l’anno scolastico precedente e quello in corso, lo psicologo della scuola ha consigliato a mia figlia, ovviamente dopo averci contattato, di rivolgersi allo Spazio Giovani/Centro Adolescenti di Cento, per una valutazione più accurata rispetto alle problematiche che aveva manifestato». Questo spazio è ora nella nuova sede in via Falzoni Gallerani e offre ai ragazzi una serie di servizi utilissimi e importantissimi per la fascia di età adolescenti – giovani adulti, è ad accesso libero e gratuito. «Utilissima e bellissima presenza sul territorio per i giovani della zona, un luogo che anche mia figlia potrebbe raggiungere e a cui rivolgersi gestendo in autonomia eventuali colloqui e incontri. Seguendo l’indicazione ricevuta, volendo capire meglio come funzionasse il servizio, e per riportare agli operatori quanto osservato dallo psicologo scolastico, abbiamo contattato il Centro per capire come fissare un appuntamento per un colloquio. La persona che ci ha risposto, molto gentilmente, ci ha spiegato che purtroppo, per scelte aziendali diverse dal passato, la ragazza seppure iscritta a un istituto superiore di Cento non può rivolgersi a loro per un colloquio psicologico in quanto residente a Pieve. Per lo stesso tipo di prestazione, sempre gratuita, avremmo dovuto rivolgerci al corrispondente servizio erogato dal distretto sanitario di riferimento (Bologna Pianura est). Cercando sul sito dell’Azienda Usl di Bologna scopro che lo Spazio Giovani cui mia figlia dovrebbe rivolgersi ha sede a Castel Maggiore, comune distante più di 20 km da casa nostra e che ovviamente non può raggiungere in autonomia, ma necessariamente con mezzi pubblici o accompagnata da un genitore, che non sempre può essere libero. Le singole pagine all’interno dei siti istituzionali delle Aziende sanitarie fanno riferimento a spazi aperti a “tutti i giovani”, senza fare mai cenno a limitazioni di alcun tipo (come a esempio il criterio della residenza). Gli stessi comuni in cui questi centri si trovano fisicamente (Cento e Castel Maggiore), pubblicano sulle loro pagine web le attività di questi centri. Sinceramente trovo assurdo che una persona possa farsi operare o curare in una qualsiasi clinica convenzionata in regione o fuori regione, ma una ragazza che chiede di essere aiutata con supporto psicologico e lo voglia fare in autonomia, in un centro dedicato proprio alla sua fascia di età vicino a casa, non lo possa fare perché l’Azienda Usl ha deciso che questo servizio, a differenza del passato, può essere erogato solo ai residenti del distretto sanitario e non agli studenti o ai giovani del territorio. Come genitore, sinceramente preoccupato per il benessere di mia figlia, mi sono sentito di accogliere con favore l’indicazione dello psicologo scolastico e di certo mi impegnerò in questa direzione, con i mezzi e i modi a disposizione. Di certo l’autonomia e una parte del giusto desiderio di riservatezza della ragazza verso tale percorso sono perse in partenza...».