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Il contrasto

“Aree per fumatori all’aperto”, a Ferrara soluzioni per limitare l’impatto delle sigarette

Stefano Ciervo
“Aree per fumatori all’aperto”, a Ferrara soluzioni per limitare l’impatto delle sigarette

La lotta al fumo è da tempo in atto: nessun divieto diffuso, ma si pensa ad aree speciali in centro

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Ferrara Tre indizi fanno una prova, o, in questo caso quantomeno, da spia delle intenzioni del Comune. Dopo appunto un tris di «stimoli», come li definisce il vicesindaco e assessore all’Ambiente, Alessandro Balboni, è uscito ieri uno schema d’azione per ridurre il fumo nelle aree pubbliche, che non passa però per nuovi divieti ma piuttosto attraverso «l’istituzione di aree fumatori, dove concentrare tra l’altro lo smaltimento dei mozziconi». Il primo elemento di riflessione per Palazzo Municipale è stata l’iniziativa, veicolata anche agganciandosi a Striscia la notizia, per la sensibilizzazione della cittadinanza contro l’abbandono appunto dei mozziconi di sigaretta per le vie del centro, corredato da sanzioni e pulizie straordinarie. Dall’inizio del primo mandato Fabbri ad oggi ci sono state, nell’ordine, l’adesione alla campagna nazionale di Plastic free per ripulire le città dai mozziconi di sigaretta, con indicazioni ad istituire aree per fumatori e pulizie periodiche; e quella recentissima degli studenti della San Vincenzo, che invece suggeriscono l’istituzione di aree pubbliche prive di fumo.

L’orientamento del Comune, dice però Balboni, «non è di aggiungere divieti, che tra l’altro impegnerebbero la Polizia locale in numerosi controlli, distogliendola da compiti fondamentali come la sicurezza e la lotta allo spaccio; ma d’istituire in forma sperimentale dei luoghi organizzati per il fumo all’aperto, con tanto di raccolta mozziconi». L’assessore si dimostra consapevole delle difficoltà anche solo ad indirizzare i fumatori in specifiche aree (per lo meno sarebbe necessario istituirne parecchie nel solo centro storico per poter intercettare parte degli “intervalli sigaretta” di uffici e negozi), senza passare per imposizioni o divieti; quindi si muove con i piedi di piombo. La direzione è comunque intrapresa. Non vedremo dunque Ferrara seguire l’esempio di Milano, Torino o Modena, che con varie modalità hanno istituito dei veri e propri divieti di fumo in specifici luoghi all’aperto. Nell’aprile dell’anno scorso la Nuova sulla scorta di queste ordinanze aveva raccolto il parere di varie categorie di residenti, e il quadro risultava abbastanza variegato, con un’indicazione di fondo: bisogna puntare alla riduzione del fumo anche all’aperto, puntando però di più su educazione e cambio di abitudini che su divieti e sanzioni. Non sembra si vada nemmeno nella direzione indicata dal Regolamento sull’applicazione del divieto di fumo all’Università di Ferrara, in vigore dall’inizio dell’anno accademico, che mantiene la possibilità di fumare negli spazi esterni nei quali, però, «non si verifichi la possibilità di convogliamento del fumo nei locali dell’ateneo o una possibile esposizione a fumo passivo di soggetti diversi dai fumatori, in ogni caso non in possibilità degli accessi agli edifici stessi». E resta un punto interrogativo sui dehor di bar e ristoranti.