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L’Irpef porta 5 milioni in più ma al Comune di Ferrara ne servono altri

Silvia Giatti
L’Irpef porta 5 milioni in più ma al Comune di Ferrara ne servono altri<br type="_moz" />

L'aumento dell'imposta servirà per coprire, in parte, "7 milioni di costi registrati in più e che sono incomprimibili" tra cui energia e personale

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Ferrara L’aumento dell’addizionale Irpef allo 0,8% nel 2025 «porterà nelle casse del Comune quasi 5 milioni di gettito in più che saranno necessari per non tagliare dei servizi», ha affermato l’assessore al Bilancio, Matteo Fornasini. Un chiarimento sull’aumento dell’Irpef (alzando l’aliquota al massimo consentito dalla legge per i Comuni) lo aveva chiesto ieri il presidente della Commissione Bilancio, Davide Nanni del Pd. «Si tratta di un aumento che altri Comuni, ad esempio Argenta e Cento, hanno adottato da tempo», sottolinea Fornasini che risponde anche alla richiesta di chiarimenti in merito ai criteri che sono stati adottati per la simulazione del gettito. «Purtroppo la simulazione che ci viene data dal ministero si basa su dati aggiornati al 2022 e per questo i nostri uffici, che ringrazio, hanno fatto un lavoro immane per aggiornare le previsioni». Così dai 18 milioni di addizionale Irpef del 2024 si passerà a 22,5 milioni che saranno incassati nel 2025. Di quasi 5 milioni di euro in più, 3,5 derivano dalla manovra sulle aliquote e 1,2 dalla crescita dei redditi dei ferraresi, che negli ultimi anni, secondo Istat, segnano +5%. Nanni ha invitato l’assessore (con lui ieri erano presenti quasi tutti i componenti della giunta) a riconsiderare la fascia di chi avrebbe diritto all’esenzione «passando dagli attuali 8mila euro previsti ai 15mila euro».

L’aumento dell’Irpef servirà per coprire, in parte, «sette milioni di costi registrati in più e che sono incomprimibili», ha fatto presente l’assessore. Ecco l’elenco: «I costi energetici, rispetto a quanto previsto nel 2023, ci hanno richiesto 1,3 milioni in più. Dobbiamo accantonare un milione di euro per l’aumento degli stipendi di personale e dirigenti, secondo quanto previsto dagli adeguamenti dei contratti. Si aggiunge 1,665 milioni da destinare ai servizi educativi per mantenere l’importante servizio del sostegno e i costi per la gestione e la vigilanza dei musei».

In commissione poi è stato illustrato, sempre da Fornasini, in previsione del voto in consiglio comunale tra la metà e la fine di febbraio, il Documento unico di programmazione, una specie di “guida” alle strategie che saranno adottate per attuare le linee di mandato del sindaco, e il Bilancio di previsione. «Trenta strategie e 70 piani operativi per attuarle», ha spiegato Fornasini, aggiungendo che il documento presenta anche «le tredici, e non dodici, come era in un primo momento, linee di mandato». Sebbene dai commissari di opposizione arrivi l’osservazione, anche un po’ piccata, «che i tempi per analizzare documenti così importanti siano veramente stretti da quasi non poter entrare nel merito dei temi», Buriani ha chiesto conto di come mai «c’è un calo delle entrate correnti e come mai, a parte il 2025, non siano riportati avanzi di gestione per gli ultimi due anni di previsione». Il capogruppo Pd, inoltre, ha chiesto conto di come mai «a fronte di un calo degli introiti si registri un indebitamento maggiore». «Un fatto puramente tecnico per le entrate correnti e gli avanzi», ha replicato il dirigente del settore Bilancio, Giorgio Bonaldo, mentre secondo Fornasini «l’indebitamento è comunque sotto controllo e da 82 milioni del 2019 è passato a 64,8 milioni». Bilancio di previsione infine: l’assessore ha snocciolato numeri, fra i quali anche 300mila euro per il 2025, per rispondere ai cittadini che nella zona est della città si lamentano dei repentini allagamenti.