Ferrara, calano le imprese: 197 in meno tra agricoltura, negozi e industrie
È negativo a Ferrara il saldo 2024 tra nuove registrazioni e cancellazioni
Ferrara Alla fine del 2024 l’anagrafe delle imprese ferraresi registra un bilancio di poco negativo, con un saldo tra aperture e chiusure che si attesta a -197 unità nei dodici mesi da poco conclusi. Alle 1.682 iscrizioni di nuove attività economiche hanno fatto eco 1.879 cessazioni di attività esistenti, per un tasso di crescita della base imprenditoriale che si attesta a -0,61% contro il -0,20% del 2023. Un dato che ci colloca in coda a livello nazionale (peggio hanno fatto solo Rovigo e Oristano), senza peraltro tenere conto delle cancellazioni d’ufficio che largo Castello effettua da anni in maniera sistematica, a differenza di altre Camere territoriali: 49 l’anno scorso, 544 l’anno precedente e addirittura 1.590 nel 2022, sempre con il coinvolgimento del tribunale.
È quanto emerge dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel 2024, elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara Ravenna sulla base del Registro delle imprese. Nel dettaglio, a livello settoriale, tre grandi comparti hanno pesato in senso negativo sul saldo con una riduzione apprezzabile del proprio perimetro imprenditoriale: agricoltura, silvicoltura e pesca (-242, pari al -3,38% contrazione doppia rispetto al -1,69% dell’anno precedente, trend peggiorato per le riduzioni registrate anche nella divisione della pesca); commercio (95 imprese in meno, pari al -1,54% contro il 2,02% in meno del 2023); e attività manifatturiere (-35 ovvero -1,49% contro -0,97% del 2023). Allo stesso tempo, sempre al netto del limitato numero di cancellazioni d’ufficio (39 unità), aumentano le imprese impegnate nell’alloggio e ristorazione (+39), le attività professionali scientifiche e tecniche (+33) e le costruzioni (+25). In generale cresce la maggior parte delle attività dei servizi, con un ritmo relativo più veloce per quelli rivolti alle imprese, mentre in valore assoluto sono i servizi destinati al consumatore finale a registrare l’incremento maggiore. Segnali di contenimento della crisi arrivano, invece, dall’artigianato, che chiude il proprio bilancio annuale con un saldo negativo meno pesante (-29 unità) interrompendo comunque la crescita registrata lo scorso anno. Lo stock raggiunge le 8.246 imprese pari ad un quarto dell’intero sistema produttivo ferrarese, ma complessivamente in calo dello 0,3% con cessazioni che sfiorano il 10% in più rispetto allo scorso anno.
Crescono le società di capitale, calano quelle di persone. Le imprese giovanili, le cui iscrizioni rappresentano il 28,5% delle nuove aperture, riducono la loro consistenza (-52); le straniere sono invece in crescita di 178 unità, e le femminili mostrano un saldo negativo di 36 unità.
«Offrire opportunità di realizzazione personale e professionale ai nostri ragazzi e ragazze, coltivare nuove competenze imprenditoriali, attirare e trattenere talenti e investimenti, creare terreni favorevoli alle startup: sono queste le sfide comuni su cui stiamo lavorando insieme ad istituzioni e associazioni di categoria nella convinzione che lavorare insieme rafforzi la rete di connessioni strategiche e porti un sensibile valore aggiunto - ha detto Paolo Govoni, vice presidente della Camera di commercio - Vediamo perdere smalto a troppe aziende forti dal punto di vista del prodotto ma più deboli nella capacità di gestione della finanza d’impresa».