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Ferrara, impennata di violenze sugli operatori sanitari: da 142 a 218

Gioele Caccia
Ferrara, impennata di violenze sugli operatori sanitari: da 142 a 218

I dati del 2024. Donne e infermieri i più colpiti dalle aggressioni. Appello dell’Anaao

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Ferrara Sale ancora l’onda della violenza contro il personale sanitario. Un fenomeno esteso ormai a tutto il Paese e che non risparmia la provincia di Ferrara, dove si registra una crescita dei casi: 218 gli episodi registrati nel 2024, tra Asl e Sant’Anna, contro i 142 segnalati nell’anno precedente. La contabilità, divisa per tipologia, elenca 120 episodi di aggressione verbale (55%); 30 di tipo verbale e fisico (14%); 21 verbali, fisiche e contro la proprietà (10%); 14 solo fisiche (6%); 12 fisiche e contro la proprietà (5%); 14 verbali e contro la proprietà (6%); 7 contro la proprietà (3%).

Asl e Sant’Anna hanno esteso l’analisi anche alle conseguenze e agli sviluppi delle aggressioni: 194 episodi (89%) non hanno causato danni fisici; 9 (4%) hanno richiesto una visita medica per esiti minori; 15 (7%) «hanno comportato un danno moderato, con necessità di trattamenti analgesici, medicazioni o esami strumentali», precisano le due aziende sanitarie. In nessuno dei casi finiti sotto osservazione sono stati registrati «esiti severi», aggiungono azienda territoriale e azienda ospedaliera.

I numeri indicano che 145 fatti segnalati (67%) hanno coinvolto il personale infermieristico; 35 (16%) hanno interessato il personale medico; 38 (17%) altri operatori sanitari. «Un aspetto rilevante – commentano Asl e Sant’Anna – è che il 76% degli episodi ha avuto come vittime personale femminile».

Nel 2023 le due aziende sanitarie ferraresi avevano denunciato 142 casi in totale, 86 dei quali avvenuti nelle strutture dell’azienda territoriale e 56 negli spazi dell’azienda ospedaliero universitaria. Erano stati 122 i casi che avevano riguardato personale infermieristico, 15 i medici, il resto altri operatori; 12 le aggressioni fisiche, 40 erano state “miste”, sia fisiche sia verbali, anche con danneggiamenti a cose (nessuna con esito “severo”).

Per contrastare la tendenza, sono state implementate diverse strategie preventive e di monitoraggio, aggiungono le due aziende sanitarie: valutazione del rischio aggressioni attraverso sopralluoghi e analisi del contenuto e del contesto lavorativo; miglioramento della sicurezza mediante riorganizzazione degli spazi e installazione di dispositivi di protezione (pulsanti di allarme, barriere protettive, etc.); rivalutazione dei layout (spazi) dei luoghi di lavoro e degli arredi ai fini del miglioramento della sicurezza; valutazione del rischio stress lavoro-correlato.

Le aziende hanno provveduto anche alla costituzione del «Gruppo Promozione del benessere e di contrasto all’insorgere di disagi e/o conflitti lavorativi» con lo scopo di garantire mitigazione del rischio da stress lavoro-correlato; supporto agli operatori che manifestano disagio lavorativo e/o eventi avversi (lutti, traumi, aggressioni …); formazione alle equipe su temi quali la comunicazione al paziente, la gestione dei conflitti interpersonali e dello stress lavoro-correlato.

Il sindacato medico Anaao-Assomed si è rivolto con una lettera aperta al “cittadino” nella quale segnala il clima di tensione che danneggia gli operatori e i pazienti, «frutto di una comprensibile insoddisfazione a causa delle mancanze del sistema. Ma nessuna violenza può essere giustificabile. Per questo motivo ti chiediamo di rispettare e sostenere gli operatori sanitari e il lavoro che svolgono. Non siamo responsabili delle disorganizzazioni del sistema, ma vittime come te dei servizi».

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