La Nuova Ferrara

Ferrara

La sentenza

Musica in spiaggia, le serate ai Lidi finiranno prima: ecco cosa cambia

Alessandra Mura
Musica in spiaggia, le serate ai Lidi finiranno prima: ecco cosa cambia

Giro di vite imposto dai giudici. Il Tar dà ragione al Barracuda nella vertenza contro il Malua

3 MINUTI DI LETTURA





Lido Spina Il Barracuda ha vinto la sua battaglia davanti al Tar contro il Comune di Comacchio e i gestori del Bagno Malua. Il tribunale ha cancellato le deroghe introdotte nel Regolamento comunale che, di fatto, consentivano agli stabilimenti balneari di trasformarsi in discoteche a cielo aperto, potendo contare su maglie molto più larghe rispetto alla normativa regionale ai capitoli orari, durata e numero degli eventi. Una sentenza salutata con grande soddisfazione dei titolari del locale da ballo di Lido Spina, assistiti dagli avvocati Domenico Lavermicocca e Giuseppe Di Biase. Nell’accogliere i motivi del ricorso, il Tribunale ha giudicato «eccessivo e non ragionevole», oltre che idoneo «ad alterare la concorrenza ai danni delle attività al chiuso», l’ampliamento dei vincoli per le attività occasionali e stagionali contenuto nella delibera 103 del gennaio 2023, ovvero: lo spostamento del limite orario dalle 23.30 alle 2, l’aumento della durata delle manifestazioni da 4 ai 6 ore e l’incremento («notevole» lo definiscono i giudici) dei giorni all’anno in cui è possibile organizzare gli eventi da 16 a 40, di cui 30 nel periodo estivo.

Deroghe che i giudici amministrativi hanno annullato accogliendo le motivazioni presentate nel ricorso, tra cui anche il mancato rispetto dei piani di zonizzazione acustica con conseguente inquinamento sonoro. E un limite orario prolungato alle 2 di notte, osservano i giudici, non pare garantire «il riposo notturno a tutela dei ritmi biologici delle persone».

Il Comune da parte sua aveva giustificato le misure introdotte nella delibera contestata, con l’esigenza «di dare impulso alle iniziative di sviluppo delle attività temporanee che si ritengono strategiche per la valorizzazione dell’offerta turistica della costa». Motivazioni inadeguate nella loro genericità, osservano i giudici, a fronte di deroghe che «appaiono obiettivamente integrare un allargamento eccessivo e non ragionevole dei vincoli posti alle manifestazioni in deroga».

E se pure va riconosciuto in grado di discrezionalità ai Comuni di stabilire limiti meno rigidi rispetto ai vincoli regionali, questi ultimi non possono essere considerati «inesistenti o totalmente irrilevanti».

Una delle contestazioni al ricorso presentato dal Barracuda, inoltre, era che la delibera era stata impugnata tardivamente. A questo proposito i giudici hanno ricordato che l’amministrazione comunale aveva inizialmente negato l’accesso agli atti ai titolari della discoteca, (comportamento questo che era già stato ritenuto illegittimo dal Tar), e dunque il presunto ritardo con cui erano stati impugnati gli atti «è addebitabile unicamente all’amministrazione comunale».

Una sentenza che fa dunque chiarezza e stabilisce importanti punti fermi sulla regolamentazioni degli eventi all’aperto al mare, e ora per il Comune di Comacchio si aprono due strade: ricorrere al Consiglio di Stato (il cui pronunciamento arriverebbe comunque a stagione già avviata) o rimettere mano al Regolamento comunale definendo deroghe meno impattanti rispetto ai vincoli posti dalle norme regionali.