Serate show ridimensionate ai Lidi di Comacchio, ma i Bagni non ci stanno: ecco le soluzioni
“Una sentenza choc”, è il commento dopo la pronuncia del Tar sulla causa vinta dal Barracuda. Confesercenti e Ascom: “Esigenze dei diversi settori da rispettare”
Lidi Parlano di “sentenza choc” gli operatori balneari dei lidi, dopo la pronuncia del Tar di Bologna sulla causa intentata e vinta dalla discoteca Barracuda, nei confronti del Comune di Comacchio. La mobilitazione ora investe non solo gli stabilimenti balneari, ma anche tutti i pubblici esercizi in possesso di licenza e requisiti per promuovere attività di pubblico spettacolo o di intrattenimento musicale. Serpeggiano preoccupazioni e malcontento per l’annullamento del regolamento comunale, adottato con delibera di Consiglio comunale 103/2023, dato che, con effetto immediato, ha invalidato non solo il numero di concerti e spettacoli annuali, scalando così da 40 a 16 le serate musicali, ma anche l’orario di cessazione della musica, drasticamente ridimensionato, vale a dire dalle 2 alle 23.30.
«Ce l’aspettavamo – è l’amaro commento di Luca Callegarini, presidente della cooperativa degli stabilimenti balneari del Lido Volano, nonché funzionario provinciale di Confesercenti –. Insieme ad Ascom avevamo segnalato al Comune che il nuovo regolamento presentava maglie davvero molto ampie. Ora è necessario rivederlo, cercando un equo compromesso tra i diversi settori economici, che richiamano turismo ai Lidi. Si potrebbe ripensare a un equilibrio, tornando a 40 serate complessive per tutto l’anno, con chiusura all’una di notte».
Nel frattempo va salvaguardata l’estate perché, come sottolinea Gianfranco Vitali, presidente dell’Ascom di Comacchio, nonché coordinatore della cabina di regia della destinazione turistica Romagna, «a inizio stagione la sentenza ha colto tutti di sorpresa. Il Comune si sta attivando per trovare rimedi e per convocarci, in modo da far lavorare le imprese e poter affrontare con serenità i prossimi mesi». Senza mezzi termini, Gianni Nonnato, presidente del Consorzio del Lido Nazioni, nonché proprietario dello Chalet del Mare, riconosce che «il mondo della notte ha preso un bello schiaffo con questa sentenza, che va a scapito dell’attrattiva turistica di tutti i lidi, generando un danno economico non solo per le serate decurtate, ma anche per il numero di lavoratori in meno, almeno 600, che si potranno assumere. Ci stiamo dando da fare e anche il Comune si sta muovendo per trovare la quadra». Si punta a una richiesta in deroga, visti i tempi strettissimi, con il rischio, peraltro, che una sentenza d’appello, in secondo grado, del Consiglio di Stato possa giungere solo a fine anno.
Nicola Spinabelli, presidente della Cooperativa esercenti balneari dei lidi Estensi e Spina) fa notare che «occorre un mese prima di conoscere ragioni e dispositivo della sentenza. Si sa, al momento, solo che è stato annullato l’ultimo regolamento comunale. In tanti stavano già programmando le serate estive, tenuto conto che la richiesta di autorizzazione va presentata in Comune entro 45 giorni dalla prima data calendarizzata. I tempi sono strettissimi. I Bagni sperano di avere a disposizione una fascia oraria più ampia. Del resto, sul nostro territorio, cosa è rimasto?».
L’ondata di scontento sta travolgendo anche pubblici esercizi, quali bar e ristoranti che richiamano, soprattutto in estate, clienti e turisti anche grazie a momenti di intrattenimento musicale. Per Silvio Schincaglia, titolare del ristorante Barbablu del Lido Nazioni, «limitare prerogative e diritti di tutti per una sola sentenza, non è giusto. Il Barracuda avrà le proprie ragioni e non discuto, ma che un solo soggetto faccia da ago della bilancia non è comprensibile. La musica deve unire e non dividere. Se ci obbligano a spegnere la musica alle 23.30, va da sé che si chiude anche il locale. Non è così che si richiamano turisti! Si punta ai giovani, ma in Romagna non ci sono questi problemi». Secondo i calcoli formulati dallo stesso Schincaglia, per organizzare una sola serata musicale un locale deve prevedere un costo di almeno 140/150 euro da rifondere alla Siae per circa due ore/due ore e mezza di intrattenimento, costo a cui si sommano quelli per cantante o band o dj set (da 250 euro in su) cui si aggiungono quelle del tecnico per l’abilitazione dell’impianto (mediamente 250 euro).
Il sindaco
In merito alla “questione musica” in spiaggia e serate, il sindaco di Comacchio, Pierluigi Negri, interviene affermando che «le sentenze vanno rispettate e contestate nelle sedi deputate». Negri poi commenta: «Detto questo, premesso che le polemiche non mi interessano e lasciano il tempo che trovano, faccio presente che non abbiamo mai iniziato una guerra ma abbiamo solo difeso gli interessi di tutti gli innumerevoli imprenditori presenti nella pronuncia del Tar. Aggiungo che chi si difende non perde mai». E ancora: «Stiamo valutando sotto il profilo amministrativo di salvaguardare quanto più possibile le imprese che hanno già fatto previsioni di investimenti per la stagione che oramai sta partendo».