Morto precipitato nel silo dell’azienda di Codigoro, i nodi da sciogliere
Mario Bochis, operaio 41enne, è deceduto mentre lavorava sulla copertura di un silo
Pontelangorino Area sequestrata, un altro sopralluogo in vista, un’autopsia da eseguire. Sono ancora tanti gli interrogativi ai quali rispondere per capire come sia avvenuta la morte di Mario Bochis, l’operaio di 41 anni deceduto venerdì pomeriggio mentre lavorava sulla copertura di un silo all’interno della Grandi Riso, in via Fronte Primo Tronco a Pontelangorino.
Bochis era dipendente da anni di un’azienda esterna, la Montaggi Industriali che ha sede a Rovigo, incaricata di eseguire alcuni lavori nel silo. A ieri la Procura di Ferrara attendeva di ricevere gli atti e le prime risultanze delle ispezioni compiute dai carabinieri e dagli addetti dello Spisal, Il Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Ausl di Ferrara, che è specializzato nei rilievi che riguardano il rispetto delle norme sulla sicurezza nel lavoro. L’ipotesi di reato principale è infatti quella di omicidio colposo legata al mancato rispetto di tali norme.
Nelle prossime ore e nei prossimi giorni la sostituta procuratrice Barbara Cavallo potrebbe iscrivere alcuni nomi nel registro degli indagati e inviare i primi avvisi di garanzia per permettere la partecipazione agli accertamenti tecnici irripetibili, primo tra tutti l’autopsia sulla salma di Bochis, che servirà a dare risposte certe sulla causa della morte.
Da ricostruire cosa sia accaduto nel concreto. Dalle prime ricostruzioni pare fosse impegnato nella rimozione e sostituzione di alcune travi di legno e sia caduto o per via della rottura di una di esse o perché scivolato. Sta di fatto che, in tutta evidenza, l’operaio non era correttamente agganciato – se lo era del tutto, altro elemento da accertare – a un sistema anti caduta e ne va appurato il motivo e individuata la responsabilità.
«Marius non si tirava mai indietro. Non diceva mai un no e faceva i lavori più difficili, era fatto così. Non sappiamo cosa sia successo, ma forse questo lo ha penalizzato». Padre Nicolae Budui, guida della chiese ortodossa di Rovigo, ricorda con un dolore ancora molto vivo chi era l’operaio. Bochis lavorava nell’azienda da oltre 10 anni, era un esperto «non era un principiante e non era la prima volta che faceva questo tipo di lavoro», dichiara ancora padre Nicolae, che conosceva bene il 41enne e la sua famiglia, essendo l’operaio anche un consigliere parrocchiale. Anche a Ceregnano, dove viveva con la famiglia, non si parla d’altro che della improvvisa scomparsa di Marius, che lascia la moglie Victoria, la figlia 16enne e un altro bimbo di appena 4 anni. Una vera tragedia per tutta la comunità. Ieri l’assessore ai Servizi Sociali Natascia Vignaga, amica di famiglia, si è recata nella casa di Bochis per dare il suo conforto e quello dell’amministrazione comunale. «Siamo pronti a dare un sostegno alla famiglia – dichiara il sindaco Egisto Marchetti –. Quella del 41enne è stata sempre una famiglia che apriva le sue porte erano dei nostri, facevano parte della nostra comunità e anche se personalmente lo conoscevo poco, oggi era un tam tam di gente senza parole e affranta per la morte di Marius». La comunità romena, n non può far altro che attendere la data delle esequie, che si terranno a Rovigo, dove ogni domenica Marius Bochis non perdeva una messa. «Un bravo ragazzo – continua a sottolineare padre Nicolae – era pronto ad aiutare le persone e questo forse gli è costato caro. Noi non sappiamo né l’ora né il giorno in cui saremo chiamati da Dio a entrare nella vita eterna. Ma dobbiamo essere grati a Dio per tutti i giorni in cui viviamo. Ecco che la morte di Marius ci ha ricordato quanto sottile sia questa vita e che dobbiamo stare attenti al tempo che viviamo e a come lo viviamo».
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