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Protesta in Consiglio comunale a Ferrara. I pro-Palestina: "È solo l’inizio"

Stefano Ciervo
Protesta in Consiglio comunale a Ferrara. I pro-Palestina: "È solo l’inizio"

Lo scontro tra attivisti e sindaco l’altro pomeriggio durante la seduta. Per la maggioranza "un atto di violenza e intolleranza, un attacco alla dignità delle istituzioni e un danno alla città"

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Ferrara Il giorno dopo le urla, le offese e le violente accuse reciproche tra il sindaco Alan Fabbri e un gruppo di attivisti pro Palestina, l’altro pomeriggio in Consiglio comunale, i toni non si abbassano. Da una parte la maggioranza fa quadrato attorno a Fabbri, «questi atti di violenza e intolleranza sono un attacco alla dignità delle istituzioni e un grave danno all’immagine di Ferrara», c’è scritto in un documento inviato dal gabinetto del sindaco «da parte di tutti i consiglieri di maggioranza». Dall’altra, sui social i Pro Pal ferraresi hanno rilanciato le accuse al sindaco, «che ha accolto calorosamente in città l’ambasciatore dello stato terrorista d’Israele», e che «in sede istituzionale ci ha urlato “terroristi” e “tornate a casa vostra”, promettendo «che è solo l’inizio». E la Lista Anselmo chiede scuse al sindaco.

La nota che anticipa una mozione dei consiglieri di maggioranza si schiera a fianco di Fabbri, accusato di «avere le mani sporche di sangue»: «Il Consiglio comunale - è l’input - condanna con fermezza gli atti di violenza verbale e d’intolleranza verificatisi nella seduta del 24 marzo, esprime la propria solidarietà al sindaco Alan Fabbri e ribadisce il proprio impegno a garantire un clima di rispetto e civile convivenza all’interno del Consiglio comunale e in tutte le sedi istituzionali». Lo scontro in aula, sottolineano i consiglieri di maggioranza, ha impedito di affrontare la questione del riconoscimento dello Stato di Palestina, «su cui maggioranza e opposizione stavano cercando di trovare una soluzione condivisa. È necessario che il Consiglio comunale prenda una posizione ferma e inequivocabile di condanna nei confronti di tali comportamenti, al fine di riaffermare i valori del rispetto e della democrazia». Ed esprime «massima solidarietà» al sindaco anche il deputato Davide Bergamini (Lega), «accusare il primo cittadino di avere “le mani sporche di sangue” è gravissimo: gesto inqualificabile avvenuto nel cuore pulsante della democrazia e che peraltro mistifica la realtà. Quello che è avvenuto dovrebbe far riflettere tutti, a partire dalle opposizioni da cui auspichiamo ferma condanna».

Dalle opposizioni, appunto, ha battuto un colpo Anselmo. In un’interpellanza presentata ieri ricostruisce così l’accaduto, «al termine della presentazione dei documenti da parte dei gruppi proponenti si levavano dalla tribuna del pubblico forti urla che impedivano la prosecuzione dei lavori e causavano l’intervento della Polizia locale. A seguito di tale situazione il sindaco, dopo aver urlato “terroristi, terroristi”, abbandonava il proprio banco per avvicinarsi ai contestatori con toni accesi; tornando al proprio banco il sindaco accusava il consigliere Segala (del Pd, ndr), che contestava immediatamente tale accusa del tutto infondata, e l’opposizione di essere “complici”». Al termine sulla pagina Fb del sindaco un post affermava «esatto perché penso comunque ai mandatari Cucchi & c». Anselmo quindi chiede al sindaco «di scusarsi nei confronti delle opposizioni per le frasi denigratorie rivolte al consigliere Segala» e di prendere le distanze dai commenti sulla sua pagina Fb.